Gianmarco Pondrano d'Altavilla

Da nuovi microdepuratori una speranza contro le microplastiche

(1 Aprile 2025)

Roma – Degli innovativi microdepuratori potrebbero presto rappresentare un’arma essenziale nella lotta all’inquinamento da microplastiche nell’acqua. È quanto emerge da uno studio guidato dalla North Carolina State University e pubblicato su Advanced Functional Materials. Orlin Velev, autore corrispondente della ricerca ha spiegato: “L’idea alla base di questo lavoro era: possiamo realizzare materiali di pulizia sotto forma di particelle morbide che si autodisperdono nell’acqua, catturano le microplastiche mentre affondano e poi tornano in superficie con i contaminanti microplastici catturati?”. La ricerca inizia con i colloidi dendritici morbidi , particelle morbide uniche, dotate di proprietà specifiche, come la capacità di aderire a qualsiasi superficie, che possono essere create da una varietà di polimeri. I colloidi dendritici morbidi assumono la forma di piccoli pellet quando vengono essiccati in goccioline sospese su una superficie idrorepellente. Quando vengono lasciati cadere in acqua, le particelle nei pellet si separano e si diffondono per catturare le microplastiche. Ma prima i ricercatori infondono un po’ di eugenolo, un olio vegetale, su una sezione del pellet come disperdente. “Questo olio – spiegano gli autori – fa muovere i pellet nell’acqua diminuendo la tensione superficiale su un lato del pellet e spingendolo in avanti. Ciò consente ai nostri microdepuratori di diffondersi su un’area più ampia, catturando le microplastiche mentre si muovono e scendono in profondità nell’acqua”. Per effettuare il viaggio di ritorno verso la superficie dell’acqua, i microdepuratori contengono anche piccole particelle di magnesio, che li fanno risalire in superficie quando reagiscono con l’acqua. Per ritardare questo viaggio di ritorno, i ricercatori ricoprono il magnesio con uno strato di gelatina ecologicamente sicuro che blocca la reazione del magnesio con l’acqua. In sostanza, strati più spessi di gelatina ritardano la risalita delle particelle in superficie, consentendo ai microdepuratori di raccogliere più microplastiche. “Quando la gelatina si dissolve – aggiungono i ricercatori – il magnesio genera bolle e i microdepuratori risalgono portando le particelle di plastica catturate in superficie in una miscela densa e schiumosa”. Gli studiosi sperano che una volta ampiamente sviluppata la loro soluzione possa offrire un significativo contributo alla difesa dell’ambiente. (30Science.com)

Gianmarco Pondrano d'Altavilla