Gianmarco Pondrano d'Altavilla

L’inquinamento dell’aria in Europa orientale è in marcato calo

(29 Aprile 2025)

Roma – L’inquinamento da particolato nell’Europa orientale è calato notevolmente negli ultimi anni, secondo quanto emerge da uno studio condotto in Sassonia da un team di ricerca guidato dall’Istituto Leibniz per la Ricerca Troposferica (TROPOS) e pubblicato su Atmospheric Environment. Dalla ricerca emerge che l’inquinamento atmosferico da particolato di dimensioni inferiori a 1 micrometro è diminuito in media del 5 per cento all’anno nelle zone rurali della Sassonia.

Tuttavia, i cali sono stati particolarmente marcati nelle masse d’aria provenienti dall’Europa orientale: le concentrazioni di PM1 sono diminuite fino al 28 per cento all’anno. Il contenuto organico delle particelle, d’altra parte, è diminuito significativamente meno, attestandosi solo al 2 per cento all’anno: mentre le particelle organiche derivanti dalla combustione di olio minerale e carbone sono rimaste pressoché costanti, la quota derivante dalla combustione di biomassa è aumentata leggermente di mezzo punto percentuale all’anno, il che indica un maggiore utilizzo di legna per il riscaldamento e/o un aumento degli incendi boschivi. Sono necessarie ulteriori indagini per comprendere come la tendenza continuerà a evolversi nei prossimi anni, ma anche per confrontare i risultati in diverse località. Tale confronto sarà presto possibile avvalendosi dei diversi osservatori europei dotati di strumenti adeguati nell’ambito dell’infrastruttura di ricerca europea ACTRIS. In futuro sarà quindi possibile monitorare molto meglio i cambiamenti nell’aria europea e identificarne più facilmente le cause. “Le nostre misurazioni a lungo termine in un sito di background illustrano chiaramente che le politiche europee e nazionali sulla qualità dell’aria e l’energia influenzano non solo la qualità dell’aria urbana, ma anche l’ambiente rurale e di background attraverso processi di trasporto a lungo raggio”, sottolinea il Dott. Laurent Poulain del TROPOS. “I risultati dimostrano quanto sia importante studiare i cambiamenti nella concentrazione di massa e nella distribuzione delle fonti e delle specie chimiche che contribuiscono alla concentrazione di massa complessiva del particolato”. (30Science.com)

Gianmarco Pondrano d'Altavilla