Gianmarco Pondrano d'Altavilla

Studiosi Oxford, i metodi di analisi degli impatti ambientali delle imprese sono insufficienti

(10 Marzo 2025)

Roma – Gli strumenti comunemente utilizzati dalle aziende per valutare i loro impatti sulla biodiversità sono inadeguati a offrire risultati pienamente affidabili. È quanto emerge da un nuovo studio guidato dall’Università di Oxford e pubblicato su Methods in Ecology and Evolution. Le aziende di una vasta gamma di settori e industrie sono sottoposte a una crescente pressione per sviluppare strategie sulla biodiversità che non solo riducano al minimo i loro impatti negativi, ma migliorino anche i loro contributi positivi alla natura. A tal riguardo, sono emersi una serie di strumenti e approcci per aiutare le aziende a valutare i rischi e gli impatti sulla biodiversità delle loro attività. Tra i principali approcci sempre più raccomandati per valutare gli impatti organizzativi sulla natura ci sono le valutazioni del ciclo di vita (LCA). I risultati forniscono alle aziende dati sui loro impatti ambientali che possono informare il processo decisionale e misurare i progressi anno dopo anno. Le LCA sono uno dei pochi metodi accessibili per valutare gli impatti del ciclo di vita generale raccogliendo dati sulle attività aziendali e stimando le pressioni ambientali esercitate da tutti gli input e gli output delle attività di un’azienda. Tuttavia, i metodi basati sulle LCA e i modelli associati – sottolineano gli autori del nuovo studio – non sono stati originariamente sviluppati per l’impronta della biodiversità e presentano serie limitazioni nel catturare le complessità della biodiversità. Inoltre, nonostante la loro facilità d’uso, le LCA comportano notevoli incertezze. Queste derivano dalla struttura dei modelli – ad esempio quali minacce alla biodiversità sono incluse – dalla qualità e completezza dei dati sottostanti e dal modo in cui vengono presentati i risultati. Queste incertezze possono influenzare il processo decisionale dell’utente, con conseguenti conclusioni potenzialmente fuorvianti. Il dott. Thomas White co-responsabile dello studio, afferma: “Sebbene riconosciute da coloro che hanno molta familiarità con le LCA, queste incertezze sono spesso trascurate o comunicate male agli utenti. Le LCA possono essere strumenti molto potenti per comprendere gli impatti sulla biodiversità, ma senza un’attenta navigazione, queste incertezze possono portare a decisioni errate, risorse allocate in modo errato e strategie inefficaci per la biodiversità. La dott. ssa Talitha Bromwich, l’altra co-responsabile dello studio, afferma: “Gli strumenti possono essere molto utili finché esiste una comprensione dei rischi posti da queste incertezze. Le aziende dovrebbero essere in grado di soppesarli rispetto ai costi di azioni o inazioni inappropriate e garantire che le decisioni siano robuste rispetto a queste incertezze. Se ciò viene fatto bene, allora possiamo ancora progettare strategie efficaci per la biodiversità che utilizzano questi strumenti al loro massimo potenziale”. (30Science.com)

Gianmarco Pondrano d'Altavilla