Roma – Gli inquinanti organici persistenti (POP), sostanze chimiche tossiche sintetiche spesso presenti negli alimenti e immagazzinate nel grasso corporeo, aumentano il rischio che gli interventi di perdita di peso non portino i benefici sperati. È quanto emerge da uno studio guidato dall’Università della California Meridionale (USC) e pubblicato su Environmental Science & Technology. Sebbene la loro tossicità abbia portato molti paesi a iniziare a limitare l’uso dei POP più di 20 anni fa, rimangono una sfida per la salute globale poiché persistono per lunghi periodi nell’ambiente. Sono stati rilevati a livelli preoccupanti in tutto il mondo, persino in regioni in cui queste sostanze chimiche non sono mai state prodotte o utilizzate. Lo studio si è basato sui dati di 57 adolescenti, sottoposti a chirurgia bariatrica, un intervento di perdita di peso. Gli autori hanno scoperto che questo tipo di intervento porta al rilascio dei POP immagazzinati nel grasso nel flusso sanguigno. Questo effetto a sua volta porta a una pressione sanguigna sistolica più alta a cinque anni dopo l’intervento di chirurgia bariatrica. Una ipertensione che può collegarsi a un aumentato rischio di malattie cardiovascolari e di mortalità per le stesse malattie cardiovascolari. “I POP – concludono gli autori – sono considerati un fattore di rischio emergente per l’ipertensione e il nostro studio ci ha fornito un’opportunità unica per valutare la relazione tra esposizione ai POP e pressione sanguigna”.(30Science.com)