Gianmarco Pondrano d'Altavilla

Grazie ai droni mappati i cambiamenti nei ghiacci della Groenlandia

(28 Marzo 2025)

Roma – Grazie a un drone appositamente progettato è ora possibile tracciare con elevata precisione la perdita di ghiaccio nelle regioni polari in rapido riscaldamento. È quanto emerge da uno studio guidato dall’University of Colorado Boulder e pubblicato sul Journal of Geophysical Research Atmospheres. “Saremo in grado di capire come l’acqua entra ed esce dalla Groenlandia nei prossimi anni”, ha affermato il primo autore Kevin Rozmiarek. “Come importante riserva di acqua dolce, dobbiamo capire come cambierà l’ambiente della Groenlandia in futuro”. Grazie al nuovo drone i ricercatori hanno raccolto misurazioni dettagliate del vapore acqueo in alta quota sulla superficie della calotta glaciale della Groenlandia. Questa misura fondamentale permette di monitorare l’evoluzione dei ghiacci della regione. Secondo la National Oceanic and Atmospheric Administration (NOAA), la Groenlandia ha perso circa 55 gigatonnellate di ghiaccio e neve tra l’autunno del 2023 e l’autunno del 2024. L’isola sta perdendo ghiaccio per il 28° anno consecutivo e gli scienziati stimano che abbia perso più di 5 trilioni di tonnellate di ghiaccio dal 1992. La calotta glaciale della Groenlandia contiene circa l’8 per cento dell’acqua dolce del pianeta e la sua acqua di scioglimento potrebbe contribuire in modo significativo all’innalzamento del livello del mare, modificando la circolazione oceanica e gli ecosistemi in tutto il mondo. La maggior parte della perdita di ghiaccio deriva da grandi pezzi di ghiaccio che si staccano dai ghiacciai e dallo scioglimento del ghiaccio e della neve in superficie. Anche la sublimazione, il processo di trasformazione dei solidi in gas senza prima trasformarsi in liquidi, potrebbe svolgere un ruolo. Studi precedenti hanno suggerito che in alcune parti della Groenlandia, circa il 30 per cento della neve estiva potrebbe sublimare in vapore acqueo. Non è chiaro dove vada il vapore acqueo, ha detto Rozmiarek. Una parte potrebbe ricadere sotto forma di neve o ricondensarsi in superficie in seguito, ma una parte potrebbe abbandonare completamente il sistema idrico della Groenlandia. Raccogliere campioni d’aria nell’Artico è un compito costoso e tecnicamente impegnativo, perché tradizionalmente comporta il volo di un aereo fino al centro di una calotta glaciale in condizioni meteorologiche avverse e il trasporto di campioni d’aria in laboratorio. Rozmiarek e il suo team hanno superato le sfide caricando l’attrezzatura per il campionamento dell’aria su un grande drone con un’apertura alare di 10 piedi (circa 3 metri). Durante l’estate del 2022, il team ha fatto volare il drone 104 volte dal campo dell’East Greenland Ice-Core Project, gestito dall’Università di Copenaghen, nell’entroterra dell’isola. Il drone ha raccolto campioni d’aria a diverse altezze, fino a quasi 5.000 piedi dal suolo (circa 1500 metri). Il team mirava a esaminare il tipo di atomi di idrogeno e ossigeno nel vapore acqueo dell’aria. Quando il team ha confrontato le proprie misurazioni basate sui droni con una simulazione al computer esistente che modella il ciclo dell’acqua nell’Artico, ha scoperto che la simulazione sottostimava la quantità di precipitazioni cadute sulla Groenlandia. Incorporando i dati isotopici osservati nella simulazione, il modello ha fornito una previsione accurata di come l’acqua evolva in Groenlandia. “È davvero importante essere in grado di prevedere cosa accadrà alla Groenlandia nel mondo che si riscalda nel modo più accurato possibile”, ha affermato Rozmiarek. “Abbiamo dimostrato quanto siano utili i dati sugli isotopi del vapore acqueo migliorando con successo un modello esistente”. (30Science.com)

Gianmarco Pondrano d'Altavilla