Lucrezia Parpaglioni

Topi sulla Stazione Spaziale Internazionale in microgravità subiscono una perdita ossea

(26 Marzo 2025)

Roma – I topi trasportati sulla Stazione Spaziale Internazionale in microgravità subiscono una perdita ossea soprattutto nelle ossa portanti, il che potrebbe aiutare a informare l’acclimatamento umano al volo spaziale. Lo rivela uno studio guidato dal NASA Ames Research Center, Moffett Field, California, Stati Uniti d’America, riportato su PLOS One. L’esposizione alla microgravità durante il volo spaziale induce una rapida perdita di densità ossea, particolarmente accentuata nelle ossa portanti come il femore. Questo fenomeno, rilevato sia negli astronauti, con l’1.5% di massa ossea persa mensilmente, che nei modelli murini, rappresenta un rischio critico per le missioni di lunga durata. Lo studio NASA Rodent Research-1 (RR-1), condotto su topi femmina di 21 settimane, ha analizzato i meccanismi biomeccanici e cellulari alla base di questo processo. Lo studio ha rilevato una riduzione del 12% della densità trabecolare nel femore dei topi che si trovavano nella Stazione Spaziale Internazionale, ma nessuna differenza significativa nelle vertebre. Inoltre, gli scienziati hanno rilevato un’accelerazione dell’ossificazione endocondrale nella testa del femore del 25%, indicativa di maturazione scheletrica alterata. Un farmaco sperimentale, BP-NELL-PEG, testato in RR-5, ha mostrato capacità nell’aumentare la densità ossea del 15% nei topi trattati, stimolando la formazione ossea senza effetti collaterali rilevanti. Lo studio ha implicazioni traslazionali per lo sviluppo di contromisure per astronauti, come habitat arricchiti, terapie mirate al femore e trattamenti innovativi per osteoporosi terrestre, in particolare nei casi di immobilizzazione prolungata. La combinazione di modelli murini, analisi sito-specifiche e approcci farmacologici come NELL-1 apre nuove frontiere nella medicina rigenerativa spaziale e terrestre. (30Science.com)

Lucrezia Parpaglioni
Sono nata nel 1992. Sono laureata in Media Comunicazione digitale e Giornalismo presso l'Università Sapienza di Roma. Durante il mio percorso di studi ho svolto un'attività di tirocinio presso l'ufficio stampa del Consiglio Nazionale delle Ricerche (CNR). Qui ho potuto confrontarmi con il mondo della scienza fatto di prove, scoperte e ricercatori. E devo ammettere che la cosa mi è piaciuta. D'altronde era prevedibile che chi ha da sempre come idolo Margherita Hack e Sheldon Cooper come spirito guida si appassionasse a questa realtà. Da qui la mia voglia di scrivere di scienza, di fare divulgazione e perché no? Dimostrare che la scienza può essere anche divertente.