Roma – La pelliccia dei primi mammiferi, in epoca mesozoica, che vissero insieme ai dinosauri più di 150 milioni di anni fa, era probabilmente di colore fra il grigio e il marrone fosco ed uniforme, potendo così mimetizzarsi nella notte. È quanto emerge da una ricostruzione quantitativa della colorazione dei mammiferi mesozoici, una analisi comparativa di melanosomi fossilizzati della China University of Geosciences, Beijing, Cina e della University of Ghent, Belgio, pubblicata su Science, che fornisce nuove informazioni sull’ecologia e sulla storia evolutiva dei primi mammiferi, ad esempio il ruolo importante della colorazione del pelame in numerose funzioni ecologiche comportamentali. Mentre alcuni animali, come gli uccelli, esibivano una gamma sorprendente e vivida di piumaggio, le pellicce dei mammiferi erano generalmente limitate a toni smorzati a causa della loro dipendenza dal solo pigmento di melanina. Eppure sebbene privi di “tavolozza” cromatica, i mammiferi sarebbero stati in grado, come dimostrano le loro pellicce, di sviluppare modelli di mantello diversi e distintivi. Tuttavia, a causa della scarsità di dati sulla pigmentazione dei mammiferi estinti, l’evoluzione della colorazione del pelame rimane di difficile definizione su cui l’attuale studio offre qualche indicazione. Avrebbe infatti dimostrato che i melanosomi, gli organelli responsabili della pigmentazione, possono essere conservati in esemplari fossilizzati; tecniche particolari avrebbero permesso ad esempio di risalire alla colorazione dei dinosauri, mentre restano più contenute le informazioni reperite dai mammiferi fossili, nonostante gli esemplari di pelliccia ben conservati. Tramite la microscopia elettronica a scansione e dati spettrofotometrici precisi, i ricercatori sarebbero comunque riusciti a analizzare i melanosomi di 116 mammiferi viventi per creare un modello predittivo, utile a ricostruire il colore del pelame sulla base della morfologia dei melanosomi poi applicato ai melanosomi fossilizzati di 6 mammiferiformi mesozoici, tra cui una specie euharamiyidan del tardo Giurassico, risalente a ~158,5 milioni di anni fa, recentemente descritta. Gli autori avrebbero così scoperto che la pelliccia di questi primi mammiferi era prevalentemente di colore scuro e uniforme, senza alcun motivo come le strisce e le macchie che adornano molti mammiferi moderni. Ciò suggerirebbe che, nonostante la divergenza evolutiva nella loro filogenesi ed ecologia, il sistema di colori della melanina dei primi mammiferi è rimasto in gran parte invariato, in netto contrasto con le varie strutture dei melanosomi riscontrate nei dinosauri piumati, nei primi uccelli e negli pterosauri. Quindi ci sarebbe stato un distinto modello evolutivo per la colorazione dei mammiferi. Gli autori ritengono che la pelliccia scura e uniformemente opaca riscontrata in queste specie, tipica ad esempio dei moderni mammiferi notturni come talpe, topi, ratti e pipistrelli, supporti l’ipotesi secondo cui i primi mammiferi erano in gran parte notturni e la colorazione ne consentiva la mimetizzazione. Inoltre, l’elevato contenuto di melanina della pelliccia potrebbe essere stato utile per la termoregolazione, svolgendo anche una azione di resistenza meccanica a scopo protettivo. Dopo l’evento di estinzione del Cretaceo-Paleogene, i mammiferi si sarebbero rapidamente diversificati in luoghi-nicchia precedentemente occupati dai dinosauri e ciò avrebbe portato alla strutturazione di melanosomi più diversificate e a nuove strategie di colorazione del pelame più adatte ad un’ampia varietà ambientale.(30Science.com)

30Science.com
I mammiferi mesozoici pare avessero la pelliccia scura e uniforme
(14 Marzo 2025)

30Science.com
Agenzia di stampa quotidiana specializzata su temi di scienza, ambiente, natura, salute, società, mobilità e tecnologia. Ogni giorno produciamo una rassegna stampa delle principali riviste scientifiche internazionali e quattro notiziari tematici: Scienza, Clima & Natura, Salute, Nuova Mobilità e Ricerca Italiana
contatti:
redazione@30science.com
+ 39 3492419582