Roma – Brendan Cottrell, ricercatore persso la McGill University, Canada, è l’autore di un documentario in scansioni 3D realizzate con uno smartphone sulle specie marine spiaggiate, illustrato in una lavoro su Frontiers in Marine Sciences. Tali informazioni potranno essere utili ai ricercatori per studiare soluzioni proteggere le creature del mare. Il progetto di ricerca è sviluppato tramite l’uso di tecnologie di scansione 3D accessibili, come dispositivi mobili dotati di LiDAR e fotogrammetria UAV, per documentare e analizzare i mammiferi marini spiaggiati. LiDAR (Light Detection and Ranging) è una tecnologia di telerilevamento che utilizza impulsi laser per determinare la distanza tra lo strumento e una superficie o un oggetto bersaglio. La distanza viene determinata tramite una misura del tempo impiegato dagli impulsi per raggiungere la superficie e riflettersi sul sensore. L’output risultante, tipicamente una nuvola di punti 3D, fornisce una rappresentazione dettagliata di superfici e oggetti. Mentre, la fotogrammetria è una tecnica che consente di creare modelli 3D da fotografie 2D catturando una serie di fotografie sovrapposte da diverse angolazioni ed elaborandole con software specializzati. Integrando questi strumenti nelle procedure di necroscopia, Cottrell è riuscito a migliorare la raccolta di dati morfometrici, quindi la documentazione post-mortem, e a creare visualizzazioni interattive. I risultati di questo progetto potranno essere particolarmente utili per gli spiaggiamenti remoti di grandi balene, dove i metodi tradizionali potrebbero essere limitati. In teoria, chiunque sia dotato di un telefono con un sensore LiDAR e l’app giusta, potrebbe creare una scansione 3D di un mammifero marino arenato. Il processo è progettato per essere intuitivo, ma occorre una formazione di base per lo studio degli angoli e delle distanze di scansione ottimali, per avere la copertura completa del campione, sapere gestire le sfide ambientali ad esempio, l’abbagliamento da superfici bagnate o condizioni di scarsa illuminazione, e saper utilizzare in modo corretto gli strumenti di misurazione dell’app. Le ricostruzioni 3D offrono un livello di dettaglio e versatilità che le misurazioni tradizionali sul campo non sempre riescono a raggiungere, permettono inoltre valutazioni morfometriche precise, misurazioni post-esame e rianalisi senza bisogno della carcassa fisica. A differenza delle misurazioni tradizionali, che possono essere limitate dall’accesso, dai vincoli di tempo o dalle condizioni ambientali, i modelli 3D catturano la forma del corpo intero, le lesioni esterne e le strutture anatomiche, consentendo confronti tra campioni e specie. Inoltre, queste ricostruzioni possono essere utilizzate per la visualizzazione nell’educazione, nella formazione sulla risposta e nella pianificazione della conservazione. L’auspicio di Cottrell è che si possano sviluppare nuove ricerche che integrano la scansione 3D con altre modalità di imaging come la risonanza magnetica e la TC per creare una visione completa dall’interno verso l’esterno dei mammiferi marini spiaggiati. La combinazione di ricostruzioni 3D esterne con dati anatomici interni potrebbe fornire informazioni uniche su patologia, trauma e salute generale. Questo approccio non solo migliorerebbe la documentazione necroscopica, ma aprirebbe anche nuove opportunità per dissezioni virtuali, studi comparativi e educazionali, consentendo a ricercatori e soccorritori di comprendere e preservare meglio questi animali. Infine, la condivisione di questi strumenti migliorerebbe anche la raccolta e la standardizzazione dei dati, a favore della ricerca scientifica e la conservazione della specie.(30Science.com)

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Lo scienziato che studia le viscere delle creature marine spiaggiate con uno smartphone
(5 Marzo 2025)

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