Gianmarco Pondrano d'Altavilla

Sviluppata nuova IA per salvare le balene

(12 Febbraio 2025)

Roma – Un nuovo strumento basato sull’Intelligenza Artificiale (IA) aiuterà a individuare gli habitat delle balene, indirizzando le navi in modo che li possano evitare. È quanto emerge da uno studio guidato dalla Rutgers University e pubblicato su Scientific Reports. Josh Kohut , professore di scienze marine e coautore dello studio ha dichiarato: “Con questo programma, stiamo correlando la posizione di una balena nell’oceano con le condizioni ambientali. Questo ci consente di essere molto più informati sul dove potrebbero trovarsi le balene. Possiamo prevedere il momento e il luogo con una probabilità maggiore che le balene siano nei paraggi. Questo ci consentirà di implementare diverse strategie di mitigazione per proteggerle”. Il programma di apprendimento automatico impiegato dai ricercatori ha analizzato grandi set di dati per scoprire modelli e relazioni. Man mano che il programma di intelligenza artificiale incontrava più dati, adattava il suo modello interno per fare previsioni o classificazioni migliori. Le informazioni analizzate dal modello informatico includono tutti i dati subacquei basati su alianti e satelliti raccolti dagli scienziati del Rutgers University Center for Ocean Observing Leadership dal 1992. L’analisi includeva anche prodotti di dati satellitari resi pubblici dall’Università del Delaware. Gli alianti sottomarini sono imbarcazioni autonome a forma di siluro che sfrecciano sotto la superficie oceanica. Sono progettati per misurare molti aspetti diversi dell’acqua di mare, tra cui temperatura, salinità, forza della corrente e livelli di clorofilla. “Avevamo i dati ma, fino ad ora, non eravamo stati in grado di mettere insieme i due set, ovvero le rilevazioni di dove si trovano le balene e com’è l’ambiente in quei luoghi”, ha affermato Kohut. “Questa è una dimostrazione del potere dell’intelligenza artificiale per migliorare la nostra capacità di prevedere o stimare dove si trovano queste balene”. (30Science.com)

Gianmarco Pondrano d'Altavilla