Gianmarco Pondrano d'Altavilla

Le “perdite” delle piante stanno accelerando il climate change

(19 Febbraio 2025)

Roma – Le piante “perdono” più acqua di quanto creduto in precedenza se sottoposte a temperature estreme e questo fenomeno rischia di aggravare seriamente lo sconvolgimento del nostro clima causato dall’uomo. È quanto emerge da uno studio guidato dall’Università della British Columbia e pubblicato su New Phytologist. La nostra intera biosfera dipende dalle piante. Durante la fotosintesi, le piante assorbono anidride carbonica attraverso minuscoli pori nelle foglie e, usando la luce, “espirano” vapore acqueo e ossigeno. Poiché l’anidride carbonica è il principale motore del riscaldamento globale, comprendere come la temperatura influisce su questo processo è fondamentale per prevedere il cambiamento climatico. In precedenza si pensava che le piante perdessero la maggior parte dell’acqua attraverso i pori, che si chiudono in caso di calore estremo per conservare l’acqua. Ma la nuova ricerca mostra che con l’aumento delle temperature, le piante perdono più acqua attraverso la cuticola, lo strato ceroso sulle foglie, che non può chiudersi, che attraverso i pori. Più sottile è la cuticola, maggiore è la perdita d’acqua. Ciò significa che in condizioni di caldo estremo, le piante continuano a perdere acqua ma non riescono ad assorbire anidride carbonica, limitando la fotosintesi e riducendo il loro ruolo di pozzo di carbonio. A temperature estreme, potrebbero persino diventare fonti di carbonio, accelerando il cambiamento climatico. I calcoli degli autori suggeriscono che una foglia di medie dimensioni esposta a 50 °C potrebbe perdere circa un terzo di cucchiaino di acqua al giorno attraverso la cuticola. Se si considera l’intera foresta, questo potrebbe alterare i cicli globali dell’acqua e del carbonio, un impatto che i nostri attuali modelli di cambiamento climatico potrebbero sottostimare. “Le piante sono sopravvissute ai cambiamenti climatici per centinaia di milioni di anni – spiegano i ricercatori – ma tutte le specie affrontano limiti massimi stabiliti dalle leggi della fisica. Mentre alcune piante possono tollerare temperature più elevate meglio di altre, il punto di rottura preciso, e quanto presto le piante potrebbero raggiungerlo, rimane incerto. Ma in base a recenti misurazioni, potremmo essere più vicini di quanto pensiamo”. (30Science.com)

Gianmarco Pondrano d'Altavilla