Roma – Grazie alla riduzione dell’inquinamento da metalli derivante dai processi industriali, la biodiversità dei fiumi nel Regno Unito è in netta ripresa. È quanto emerge da uno studio guidato dall’UK Centre for Ecology and Hydrology (UKCEH), e pubblicato su Environmental Science & Technology. In particolare gli autori della ricerca hanno correlato il miglioramento della biodiversità ad un calo delle concentrazioni di zinco e rame. Il professor Andrew Johnson, ricercatore presso l’UKCEH, autore principale dello studio ha dichiarato: “C’è un desiderio diffuso da parte del pubblico di migliorare la qualità dell’acqua e la biodiversità nei nostri fiumi, ma il problema per i decisori politici è scegliere le misure con le maggiori probabilità di produrre risultati. Il nostro studio fornisce una forte evidenza che le concentrazioni di zinco e rame hanno la maggiore influenza, quindi è improbabile che i futuri tentativi di aumentare la biodiversità delle acque dolci diano i loro frutti senza ulteriori riduzioni di questi metalli”. I ricercatori affermano che sono probabilmente diverse le ragioni per cui la quantità di zinco e rame immessa nei fiumi britannici è diminuita dopo gli anni ’80. Tra questi il declino dell’industria pesante, che emette metalli nell’atmosfera e scarica liquami contenenti sostanze inquinanti che finiscono nei fiumi; e la diminuzione dei prodotti nazionali contenenti zinco e rame, con conseguente minore inquinamento da metalli nelle acque reflue. Oltre a ridurre l’inquinamento da metalli, i ricercatori sottolineano che i miglioramenti nei processi di trattamento delle acque reflue per rimuovere la materia organica in generale e l’ammoniaca dagli effluenti, conseguenti alla direttiva sul trattamento delle acque reflue urbane, hanno anche contribuito ad aumentare la biodiversità fluviale. (30Science.com)