Valentina Di Paola

Biodiversità: ripristinare habitat potrebbe non essere risolutivo

(13 Febbraio 2025)

Roma – Il ripristino degli habitat della fauna selvatica nelle nazioni associate a redditi medi più elevati potrebbe provocare estinzioni nelle regioni meno abbienti, ma caratterizzate da una maggiore biodiversità. Questo ambivalente risultato emerge da uno studio, pubblicato sulla rivista Science, condotto dagli scienziati dell’Università di Cambridge e di una serie di istituzioni ed enti di ricerca in tutto il mondo. Il team, guidato da Andrew Balmford, ha valutato le possibili conseguenze del processo chiamato “fuga di biodiversità”, ovvero lo spostamento delle attività umane dannose per la natura causato dalla limitazione di alcune aree destinate alla protezione e al ripristino della biodiversità. Alcuni degli sforzi mirati a preservare gli habitat naturali, spiegano gli esperti, stanno alterando l’uso del suolo, provocando conseguenze negative in altre parti del mondo, il che potrebbe portare a un declino ancora più drastico delle specie del pianeta. I ricercatori sostengono che il ripristino delle aree agricole o forestali produttive nei paesi industrializzati con bassi livelli di biodiversità potrebbe provocare più danni che benefici su scala planetaria. Un’analisi esplorativa condotta dal team suggerisce che la riconquista della natura tipica dei terreni coltivabili del Regno Unito potrebbe essere cinque volte più dannosa per la biodiversità globale rispetto ai benefici che apporterebbe alle specie locali, a causa dello spostamento della produzione in regioni con maggiore biodiversità. “Sebbene questi effetti siano noti da decenni – commentano gli autori – la fuga di biodiversità è ampiamente trascurata nella conservazione della biodiversità. Le carenze nella produzione di cibo e legname che emergeranno a causa delle aree protette dovranno essere compensate in qualche modo, probabilmente a scapito delle zone caratterizzate da maggiore biodiversità, come l’Africa e il Sud America. Ciò implica che aree di importanza fondamentale per la natura potrebbero pagare il prezzo degli sforzi di conservazione portati avanti nelle nazioni più abbienti”. Gli autori riportano che gli sforzi per proteggere le foreste secolari del Pacifico nord-occidentale hanno portato a un aumento del disboscamento in altre regioni del Nord America. “Il rischio per la biodiversità – osservano gli studiosi – potrebbe essere limitato se i progetti di conservazione collaborassero. C’è un discreto margine per limitare le perdite concentrando la conservazione in aree ad alta biodiversità ma dove la produzione attuale o potenziale di cibo o legname è limitata”. “Le principali iniziative di conservazione – concludono gli autori – dovrebbero collaborare con partner di altri settori per supportare gli agricoltori locali, in modo che i livelli complessivi di produzione siano mantenuti nella regione nonostante le aree protette. Nel peggiore dei casi, potremmo vedere alcune azioni di conservazione causare danni globali netti spostando la produzione in regioni che sono molto più significative per la biodiversità”. (30Science.com)

Valentina Di Paola
Classe ’94, cresciuta a pane e fantascienza, laureata in Scienze della comunicazione, amante dei libri, dei gatti, del buon cibo, dei giochi da tavola e della maggior parte di ciò che è anche solo vagamente associato all’immaginario nerd. Collaboro con 30science dal gennaio 2020 e nel settembre 2021 ho ottenuto un assegno di ricerca presso l’ufficio stampa dell’Istituto di ricerca sugli ecosistemi terrestri del Consiglio nazionale delle ricerche. Se dovessi descrivermi con un aggettivo userei la parola ‘tenace’, che risulta un po’ più elegante della testardaggine che mi caratterizza da prima che imparassi a usare la voce per dar senso ai miei pensieri. Amo scrivere e disegnare, non riesco a essere ordinata, ma mi piace pensare che la mia famiglia e il mio principe azzurro abbiano imparato ad accettarlo. La top 3 dei miei sogni nel cassetto: imparare almeno una lingua straniera (il Klingon), guardare le stelle più da vicino (dal Tardis), pilotare un velivolo (il Millennium Falcon).