Valentina Di Paola

Scoperta una tenda islamica in un contesto cristiano

(1 Febbraio 2025)

Roma – Le Chiese cristiane nel Medioevo potrebbero aver utilizzato tende islamiche per coprire gli altari principali. Questo curioso risultato emerge da uno studio, pubblicato sulla rivista The Burlington Magazine, condotto dagli scienziati dell’Università di Cambridge. Il team, guidato da Federica Gigante, ha analizzato un affresco del XIII secolo scoperto a Ferrara, nel convento benedettino di S. Antonio in Polesine, che raffigura un altare coperto da una tenda islamica. Questo ritrovamento, commentano gli esperti, pone l’arte islamica al centro del cristianesimo medievale. Gli autori ipotizzano che questo affresco, risalente a 700 anni fa, sia l’unico sopravvissuto del suo genere, per cui offre una preziosa evidenza di una pratica cristiana poco conosciuta. I ricercatori sostengono che l’artista abbia dipinto l’oggetto in base al modello reale all’interno della chiesa. La tenda originale, caratterizzata da colori vivaci e ricoperta di gioielli, potrebbe essere stata un dono diplomatico da parte di un rappresentante musulmano o un trofeo ottenuto sul campo di battaglia. “Inizialmente ci sembrava impossibile – afferma Gigante – ma questo affresco fornisce una prova fondamentale dell’uso di tende islamiche in una chiesa medievale dedicata al culto cristiano. I cristiani nell’Europa medievale ammiravano l’arte islamica senza rendersene pienamente conto”. Sebbene sia ben noto che tessuti islamici fossero presenti nelle chiese europee del tardo medioevo, frammenti superstiti si trovano solitamente avvolti attorno a reliquie o nelle sepolture di personaggi importanti. Rappresentazioni di tessuti islamici sopravvivono, sporadicamente, su alcune pareti di chiese italiane e nei dipinti del tardo medioevo. Ma le immagini di tende islamiche dal mondo islamico occidentale, come la Spagna, sono estremamente rare e questa potrebbe essere l’unica raffigurazione dettagliata e a grandezza naturale. Secondo gli scienziati, l’affresco fu dipinto tra la fine del XIII e l’inizio del XIV secolo. “L’artista si è impegnato per cercare di restituire un’immagine realistica – sottolinea Gigante – lo sfondo era un cielo azzurro, coperto di stelle e uccelli. La correlazione tra l’immagine e la sua controparte reale ci spingono a pensare che la tenda fosse stata fisicamente presente nella chiesa come riferimento per l’artista”. Il tessuto presenta motivi a stella blu a otto punte incisi all’interno di cerchi, al cui centro era presente una foglia dorata. Nei bordi superiore e inferiore sono presenti iscrizioni pseudo-arabe, mentre i contorni bianchi enfatizzano il contrasto tra i colori e riflettono una tendenza nel design della seta andalusa del XIII secolo. “Le tende – osserva ancora Gigante – erano tra i doni più preziosi nell’ambito degli scambi diplomatici e il bottino più ambito sul campo di battaglia. Non possiamo esserne certi, ma è possibile che la tenda sia stata donata da una persona di alto profilo come Papa Innocenzo IV”. “Le persone – conclude – non si rendono conto di quanto fosse straordinariamente avanzata e ammirata la cultura islamica nel periodo medievale”. (30Science.com)

Valentina Di Paola
Classe ’94, cresciuta a pane e fantascienza, laureata in Scienze della comunicazione, amante dei libri, dei gatti, del buon cibo, dei giochi da tavola e della maggior parte di ciò che è anche solo vagamente associato all’immaginario nerd. Collaboro con 30science dal gennaio 2020 e nel settembre 2021 ho ottenuto un assegno di ricerca presso l’ufficio stampa dell’Istituto di ricerca sugli ecosistemi terrestri del Consiglio nazionale delle ricerche. Se dovessi descrivermi con un aggettivo userei la parola ‘tenace’, che risulta un po’ più elegante della testardaggine che mi caratterizza da prima che imparassi a usare la voce per dar senso ai miei pensieri. Amo scrivere e disegnare, non riesco a essere ordinata, ma mi piace pensare che la mia famiglia e il mio principe azzurro abbiano imparato ad accettarlo. La top 3 dei miei sogni nel cassetto: imparare almeno una lingua straniera (il Klingon), guardare le stelle più da vicino (dal Tardis), pilotare un velivolo (il Millennium Falcon).