Roma – Post di bracconieri descriverebbero una caccia illegale, di ampie dimensioni, a danno della fauna selvatica in Libano, secondo ricerca condotta da Fauna & Flora, pubblicata su Oryx—The International Journal of Conservation. Lo studio è il primo a utilizzare i social media come strumento per valutare le attività di caccia illegale in Libano, che sembra rappresentare, insieme a tutta l’area del Mediterraneo circostante, un punto cruciale del bracconaggio globale, in particolare per l’uccisione illegale di uccelli protetti. Per definirne l’entità e le specie maggiormente coinvolte, i ricercatori hanno analizzato 1.844 fotografie pubblicate su Facebook e Instagram dai bracconieri nel periodo 2011-2023, identificando 212 specie di uccelli, di cui il 94% protette dalla legge. Molte sono specie di interesse per la conservazione, 19 incluse nella Lista Rossa dell’Unione Internazionale per la Conservazione della Natura (IUCN) come specie minacciate o quasi minacciate e il 33% in sensibile calo tra la fauna europea. “La caccia illegale di uccelli migratori nella regione del Mediterraneo è un grave problema di conservazione internazionale. Per alcune specie, come l’aquila minore e lo sparviero levantino, quasi l’intera popolazione mondiale attraversa il Libano durante la migrazione” ha dichiarato André F. Raine di Archipelago Research and Conservation, Hanapēpē, Kauaʻi, USA, e autore della ricerca. “L’uccisione incessante di un gran numero di questi uccelli, così come di altre specie già presenti nella Lista Rossa IUCN, avrà gravi ripercussioni a lungo termine sulle loro traiettorie di migrazione”. La caccia illegale in Libano ha raggiunto livelli mai visti prima in tutta la rotta migratoria. “Consentire agli utenti dei social media di pubblicare continuamente immagini di specie protette uccise” ha aggiunto Lloyd Scott del Committee Against Bird Slaughter di Bonn, Germania, coautore della ricerca “induce i cacciatori a competere sulla pubblicazione di fotografie con le specie più rare o per il maggior numero di carcasse, perpetuando così il problema. Facebook, Instagram e TikTok devono essere più proattivi nello screening e nella regolamentazione dei post relativi ai crimini contro la fauna selvatica”. Pare invece che nessuna azione specifica sia stata intrapresa, nonostante questi post violino le sanzioni di Meta contro la violenza grafica e l’abuso di animali. I social media possono avere un ruolo importante nel promuovere o spegnere il fenomeno. Studi precedenti hanno evidenziato ad esempio come i social media possano giovare alla conservazione della fauna selvatica, anche aumentando il comportamento pro-conservazione tra il pubblico, incentivare finanziamenti per la conservazione e stimolando cambiamenti politici. Nel caso della caccia illegale, le fotografie pubblicate dai cacciatori sui social media possono motivare il dibattito internazionale, le campagne ambientalistiche e politiche che affrontano il tema del bracconaggio degli uccelli, come le numerose immagini di cicogne bianche cacciate che hanno incentivato campagne polacche per ridurre l’uccisione illegale di uccelli in Libano. Altri gruppi libanesi come il Middle Eastern Sustainable Hunting Centre hanno utilizzato i social media per promuovere la caccia legale in Libano, utilizzando la propria piattaforma per lanciare workshop e suggerire alternative alla caccia, come la fotografia. Allo stesso modo, diversi gruppi per la conservazione degli uccelli come la Society for the Protection of Nature in Lebanon e l’Association for Bird Conservation in Lebanon tramite post sui social media incoraggiano la popolazione generale a fare bird watching, ad osservare gli uccelli, e a visitare le riserve naturali, informando sui problemi e le modalità di conservazione degli uccelli.(30Science.com)
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Post di bracconieri attestano la caccia illegale della fauna selvatica in Libano
(11 Febbraio 2025)

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