Valentina Di Paola

Il canto delle balene, per efficienza, è simile al linguaggio umano

(7 Febbraio 2025)

Roma–  Le vocalizzazioni e i canti delle balene è estremamente efficiente, tanto da superare in alcuni casi la comunicazione umana. Questo curioso risultato emerge da uno studio, pubblicato sulla rivista Science Advances, condotto dagli scienziati della Stony Brook University. Il team, guidato da Mason Youngblood, ha analizzato le caratteristiche legate all’efficienza del canto delle balene, considerando le sequenze sonore prodotte da un totale di 16 specie di cetacei, tra cui delfini, balene con fanoni e balene dentate. La selezione naturale, spiegano gli esperti, favorisce il discorso sintetico piuttosto che quello prolisso. La legge di abbreviazione di Menzerath descrive infatti come l’efficienza aumenti quando parole e vocalizzazioni più lunghe sono associate a elementi più corti, come sillabe e note. Quella di Zipf afferma invece che l’efficienza aumenta quando i singoli elementi utilizzati più frequentemente sono più corti.

 

Nell’ambito dell’indagine, i ricercatori hanno esaminato i componenti all’interno di 65.511 sequenze di canti di balene e 51 lingue umane. I risultati hanno evidenziato che le vocalizzazioni di 11 specie su 16 mostravano rispettavano la legge di Menzerath a un livello pari o superiore a quello osservato nel linguaggio umano. Facevano eccezione le orche assassine, le balene franche del Pacifico settentrionale e alcune specie di delfini. Per quanto riguarda la legge di Zipf, i principi venivano seguiti solo da balenottere azzurre e megattere. In un articolo non correlato pubblicato su Science, condotto dagli scienziati della Hebrew University, i ricercatori guidati da Inbal Arnon hanno applicato metodi quantitativi tipicamente usati per valutare il linguaggio infantile. Questo approccio ha rivelato che l’apprendibilità culturalmente evoluta degli idiomi umani si applica anche al canto delle megattere. Le vocalizzazioni dei mammiferi acquatici, una delle esibizioni vocali più intricate nel regno animale, riportano gli scienziati, vengono tramandate attraverso le generazioni. I canti sono infatti altamente strutturati, costituiti da componenti gerarchiche annidate: gli elementi sonori formano frasi, che si ripetono in temi, che diventano veri e propri canti. I ricercatori hanno utilizzato tecniche di segmentazione del linguaggio ispirate ai bambini per analizzare otto anni di dati registrati sul canto delle megattere, individuando strutture nascoste che mostrano sorprendenti parallelismi con il linguaggio umano. “Da quello che sappiamo – scrivono in una prospettiva associata al paper pubblicato su Science – il canto delle megattere e i cinguettii degli uccelli mostrano modelli che seguono queste leggi e principi, senza trasmettere i significati semantici tipici dei linguaggi umani. Questi parallelismi evidenziano che i sistemi di comunicazione di alcune specie evolutivamente lontane possono comunque convergere verso strutture simili, culturalmente apprese ed efficaci”. (30Science.com)

Valentina Di Paola
Classe ’94, cresciuta a pane e fantascienza, laureata in Scienze della comunicazione, amante dei libri, dei gatti, del buon cibo, dei giochi da tavola e della maggior parte di ciò che è anche solo vagamente associato all’immaginario nerd. Collaboro con 30science dal gennaio 2020 e nel settembre 2021 ho ottenuto un assegno di ricerca presso l’ufficio stampa dell’Istituto di ricerca sugli ecosistemi terrestri del Consiglio nazionale delle ricerche. Se dovessi descrivermi con un aggettivo userei la parola ‘tenace’, che risulta un po’ più elegante della testardaggine che mi caratterizza da prima che imparassi a usare la voce per dar senso ai miei pensieri. Amo scrivere e disegnare, non riesco a essere ordinata, ma mi piace pensare che la mia famiglia e il mio principe azzurro abbiano imparato ad accettarlo. La top 3 dei miei sogni nel cassetto: imparare almeno una lingua straniera (il Klingon), guardare le stelle più da vicino (dal Tardis), pilotare un velivolo (il Millennium Falcon).