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I macachi associano immagini a suoni e parole, anche quando pronunciate da sconosciuti

(14 Febbraio 2025)

Roma – I macachi sarebbero in grado di associare immagini a suoni e parole, anche quando queste ultime vengono pronunciate da individui a loro sconosciuti, suggerendo abilità cross-modali, cioè la capacità di fare collegamenti fra oggetti di diversa natura, uditivi e visivi quindi tra una parola pronunciata e un’immagine, e il linguaggio. Sono le evidenze di uno studio dell’Instituto de Fisiología Celular, Universidad Nacional Autónoma de México, pubblicato su oggi PLOS One che ha indagato se la capacità, ben nota nell’uomo di apprendere e incorporare associazioni cross-modali, appartenesse anche ai primati non umani. Un dato che ad oggi ancora poco chiaro. Pertanto i ricercatori hanno addestrato due macachi rhesus a eseguire un compito di abbinamento cross-modale ritardato, associando suoni e immagini di tipi diversi. Nel corso dei vari esperimenti condotti, le scimmie sono state stimolate ad ascoltare un breve suono, ad esempio una vocalizzazione di scimmia o una parola umana, ad immagazzinare le informazioni sonore ricevute e poi ad abbinare a una delle 2-4 immagini presentate su un touchscreen dopo un ritardo di 3 secondi. I ricercatori hanno osservato che le scimmie erano state in grado di apprendere l’input e di tradurlo in un comportamento coerente e adeguato al contesto in oltre una dozzina di associazioni. Inoltre, per testare la capacità dei macachi rhesus di generalizzare, i ricercatori hanno esposto le scimmie a suoni pronunciati da individui diversi, non noti, registrando un tasso di successo elevato ma più variabile. Questo dato suggerirebbe che le scimmie percepivano i nuovi suoni come equivalenti, seppure non identici. “Le scimmie rhesus possono apprendere associazioni cross-modali tra oggetti di diverso tipo, immagazzinare le informazioni nella memoria di lavoro e generalizzare le associazioni apprese in relazione a nuovi oggetti. Questi risultati posizionano quindi le scimmie rhesus come un modello ideale per ricerche future sui percorsi cerebrali delle associazioni cross-modali tra oggetti uditivi e visivi” hanno concluso i ricercatori.(30Science.com)

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