Roma – Il ripristino dei predatori, come i lupi e altri grandi carnivori tra cui alci ma anche specifiche piante come i salici nel Parco Nazionale di Yellowstone è cruciale per il benessere e la preservazione degli ecosistemi, generando una positiva cascata trofica, ovvero un cambiamento all’apice della piramide trofica che genera un “effetto domino” su tutti i livelli sottostanti. Lo attesta uno studio dell’Oregon State University e del Conservation Biology Institute di Corvallis, Stati Uniti, e pubblicato su Global Ecology and Conservation da cui si evince il potente impatto che i grandi predatori possono avere sugli ecosistemi, dalla fauna alla vegetazione. I ricercatori hanno analizzato i dati di 25 siti ripariali, lunghi lungo i corsi d’acqua, raccolti in 20 anni, dal 2001 al 2020, da cui emerge un aumento del 1.500% del volume della chioma del salice lungo queste aree nel Parco nazionale di Yellowstone settentrionale, legato agli effetti sugli alci legato alla presenza di grandi carnivori, specificatamente alla reintroduzione dei lupi nel 1995-96 e di altri fattori. Le cascate trofiche, gli effetti dei predatori su erbivori e piante, sono da tempo argomento di interesse ecologico e per la prima volta questo studio ha quantificato la potenza del fenomeno utilizzando il volume della chioma del salice come proxy (parametro) per la biomassa fuori terra. Nell’area si è osservato un significativo recupero tridimensionale della vegetazione ripariale rappresentato dalla crescita sia dell’area della chioma che dell’altezza dei salici, con una forza della cascata trofica che supera l’82% delle forze rispetto ad altri studi globali sullo stesso tema. Sebbene le aree ripariali negli Stati Uniti occidentali comprendano una piccola porzione del paesaggio, lo studio ha particolare rilevanza poiché queste aree forniscono importanti risorse alimentari e un habitat ideale per più specie selvatiche, fungendo anche da collegamento tra ecosistemi montani e acquatici, ad alta biodiversità nella composizione delle specie, nella struttura e nella produttività. “I predatori possono essere considerati degli architetti dell’ecosistema”, ha affermato William Ripple, ricercatore dell’Oregon State University e del Conservation Biology Institute. “Il ripristino dei lupi e di altri grandi predatori ha portato profonde trasformazioni a Yellowstone, a vantaggio dei salici e di altre specie legnose come pioppi tremuli, ontani e arbusti che producono bacche. Ciò dimostra come predatori, prede e piante siano interconnessi in natura”. I lupi furono sradicati e i puma ridotti in numero dal Parco nazionale di Yellowstone negli anni ’20 con un conseguente rapido aumento del pascolo degli alci a danno della vegetazione legnosa del parco, soprattutto nelle aree ripariali. Effetti simili furono osservati in luoghi come l’Olympic National Park a Washington e nei parchi nazionali di Banff e Jasper in Canada dopo la scomparsa dei lupi. Mentre è noto l’impatto per gli ecosistemi derivante dalla rimozione dei predatori, a fronte di scarse conoscenze sugli effetti sulle piante legnose e sui conseguenti benefici indotti dal ripristino dei predatori. “La nostra analisi di un set di dati a lungo termine ha confermato che il recupero dell’ecosistema richiede tempo. Nei primi anni di questa cascata trofica, le piante erano presentavano una prima ricrescita dopo decenni di soppressione da parte degli alci, facendo osservare uno sviluppo del volume della chioma negli anni successivi”, ha aggiunto il dottor Robert Beschta, professore emerito presso l’Oregon State University. “Queste condizioni migliorative hanno creato habitat vitali per uccelli e altre specie, lungo il corso d’acqua”. La ricerca sottolinea l’utilità di utilizzare il volume della chioma degli arbusti lungo il corso d’acqua come metrica chiave per valutare la forza della cascata trofica e contestualizza il valore del ripristino dei predatori nel promuovere la biodiversità e la resilienza dell’ecosistema.(30Science.com)

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I lupi di Yellowstone e altri carnivori sono fondamentali per l’equilibrio degli ecosistemi
(7 Febbraio 2025)

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