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I geni delle piante mutano e si adattano al cambiamento climatico

(11 Febbraio 2025)

Roma – I costanti e repentini cambiamenti climatici hanno indotto le piante a mutare i loro geni, un naturale meccanismo di adattamento e sopravvivenza ai nuovi ecosistemi in rapida evoluzione. Lo attesta uno studio dell’Università di Hiroshima, Giappone, pubblicato su Current Biology, che chiarisce come questo processo sia prioritario e necessario per le colture, rappresentando una sorta di valvola di salvezza. Infatti solo la capacità delle piante di tollerare siccità e ondate di calore potrà garantire l’approvvigionamento alimentare da ora e nel futuro, anche in scenari difficili da prevedere. I ricercator tranquillizzano: le piante, anche una stessa pianta, hanno una straordinaria capacità di adattamento a qualsiasi contesto ambientale, anche molto dissimili fra loro, come i climi della Svezia e dell’Italia ad esempio. Conoscere le modalità e i meccanismi con cui le piante sanno adattarsi alle condizioni locali consente non soltanto di poter prevedere le possibili riposte ambientali a eventi futuri ma soprattutto di sviluppare colture più resilienti. Sul fenomeno ha indagato questo studio che ha combinato informazioni sulla genetica della popolazione e dati climatici globali, per arrivare a identificare le varianti genetiche che hanno consentito specificatamente alla Marchantia polymorpha e alle sue sottopopolazioni regionali disseminate in Europa, America e Giappone, di adattarsi alle evoluzioni climatiche con l’obiettivo di costruire sia una mappa genomica delle varianti genetiche in grado di resistere a particolari fenomeni, ad esempio all’aumento delle temperature, di mutare le dimensioni dei semi, tali da favorirne la sopravvivenza o riproduzione al variare delle condizioni climatiche, sia un database di genomica della popolazione. Integrando queste informazioni con un set di dati climatici mondiale, gli scienziati hanno correlato il profilo genetico di ciascuna sottopopolazione con il suo clima locale. “Confrontando le popolazioni in Europa e Giappone, abbiamo trovato varianti genetiche associate a temperature estive più calde e più fredde o alla quantità di precipitazioni estive”, ha spiegato Liam Dolan del Gregor Mendel Institute (GMI) of Molecular Plant Biology. “Questi adattamenti potrebbero essere cruciali per ottimizzare la riproduzione in condizioni diverse”. Lo studio ha anche rivelato che la variabilità genetica differisce notevolmente tra le popolazioni di Marchantia polymorpha: le popolazioni raccolte da diverse aree in Europa erano simili tra loro, ma presentavano un’elevata variabilità genetica tra gli individui. Al contrario, le popolazioni giapponesi geograficamente isolate mostravano profili genetici più uniformi, distinti da quelli in Europa. Questi modelli suggeriscono che l’adattamento climatico potrebbe favorire diverse strategie riproduttive in Europa e Giappone, poiché Marchantia e altre briofite possono riprodursi sia sessualmente che asessualmente. Il nuovo database di genomica della popolazione, il primo del suo genere per Marchantia polymorpha, offre le basi per studiare la variabilità genetica e questioni biologiche legate alla crescita e allo sviluppo delle piante in contesti locali e in futuro, con l’implementazione della ricerca anche su campioni provenienti da tutto il mondo.i.(30Science.com)

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