Roma – Per la prima volta, sono stati filmati dei cuccioli di orso che emergono dalle tane per scoprire il mondo che li circonda. A documentare questo curioso evento gli scienziati di Polar Bears International, della San Diego Zoo Wildlife Alliance, del Norwegian Polar Institute e dell’University of Toronto Scarborough, che hanno pubblicato un articolo sul Journal of Wildlife Management. Il team, guidato da Louise Archer, ha utilizzato delle telecamere remote posizionate nelle Svalbard, in Norvegia, che hanno ripreso immagini per quasi un decennio. Questa ricerca, pubblicata in occasione della Giornata internazionale dell’orso polare, segna la prima combinazione di collari di localizzazione satellitare con trappole fotografiche remote per rispondere a domande sulla tana dell’orso polare. Notoriamente difficili da studiare, le tane degli orsi polari vengono costruite sotto la neve, nelle aree remote. Questi risultati rappresentano pertanto un approfondimento interessante sui comportamenti post-emersione della specie.
La sopravvivenza dei cuccioli, spiegano gli esperti, è fondamentale per preservare l’orso polare, ma meno del 50 per cento dei piccoli raggiunge l’età adulta. Con l’espansione dell’industria nell’Artico, il lavoro evidenzia l’importanza di aree di tana indisturbate per proteggere le popolazioni di orsi polari. “Le femmine – afferma Archer – sperimentano sempre maggiori difficoltà a riprodursi a causa dei cambiamenti climatici. Siamo onorati di introdurre nuovi strumenti per monitorare gli orsi durante questo periodo vulnerabile della loro esistenza. Le informazioni ottenute ci aiuteranno a definire strategie mirate per la loro conservazione”.
Stando a quanto emerge dall’indagine, le famiglie emerse intorno al 9 marzo tendevano ad abbandonare le tane prima di quanto registrato in precedenza. Sarà necessario monitorare questo andamento per capire se si tratti di una tendenza continua, il che potrebbe influenzare le chance di sopravvivenza dei cuccioli. In alcuni casi, riportano gli autori, i cuccioli uscivano per meno di un minuto, mentre in altre occasioni l’escursione durava diverse ore. I dati mostrano che la permanenza media all’interno della tana era di 12 giorni, con una notevole variabilità, da due a 31 giorni. Alcune mamme, inoltre, abbandonavano i rifugi per trasferirsi in nuove tane. I cuccioli uscivano principalmente con le madri fino ai due anni e mezzo, sono stati avvistati in solitario solo nel cinque per cento delle riprese.
Questi risultati, affermano gli scienziati, sottolineano la necessità di monitorare e proteggere le aree di tana. “Il nostro lavoro – commenta Megan Owen, vicepresidente di Wildlife Conservation Science presso la San Diego Zoo Wildlife Alliance – fornisce le basi per una migliore gestione della fauna selvatica e offre uno sguardo raro su uno dei periodi più vulnerabili e critici nella vita di un orso polare. “Combinando tecnologie innovative con ricerche a lungo termine – conclude – stiamo acquisendo una comprensione più approfondita delle sfide che le mamme e i cuccioli di orso polare affrontano in un Artico in rapido cambiamento. Proteggere gli habitat di tana è essenziale per la salute della popolazione”.(30Science.com)
Gallery
- Una mamma e un cucciolo di orso polare. Riprese su una nave al largo delle Svalbard. Credito Kt Miller / Orsi polari internazionali
- Le montagne delle Svalbard, viste dall’elicottero di ricerca Credito Kt Miller / Orsi polari internazionali
- Le montagne delle Svalbard, riprese da un elicottero di ricerca Credito Kt Miller / Orsi polari internazionali
- Tana dell’orso polare a Prudhoe Bay, Alaska (2009). La ricerca sulla tana materna è iniziata in Alaska, anche se questo rapporto si concentra sui risultati delle Svalbard. Credito BJ Kirschhoffer / Orsi polari internazionali