Roma – Le persone affette da disturbo da uso di alcol e depressione sono associate a livelli di stimolazione positiva e piacere quando raggiungono lo stato di ebbrezza, paragonabili a quelli associati a chi non soffre di depressione. Questo curioso risultato emerge da uno studio, pubblicato sull’American Journal of Psychiatry, condotto dagli scienziati della University of Chicago Medicine. Il team, guidato da Andrea King, ha utilizzato i dati raccolti dagli smartphone di 232 individui statunitensi, di età compresa tra 21 e 35 anni. Il 50 per cento dei partecipanti soddisfaceva i criteri del disturbo da uso di alcol. I volontari hanno risposto a delle domande tramite lo smartphone ogni mezz’ora per tre ore durante un episodio di consumo di alcol e uno in assenza di alcolici. I risultati contraddicono la convinzione radicata secondo cui la sensazione positiva associata allo stato di ebbrezza diminuisce all’aumentare della dipendenza, e “bere per dimenticare” serva principalmente a ridurre i sentimenti negativi come forma di automedicazione. “Tendiamo a ritenere – osserva King – che le persone bevano eccessivamente quando sono depresse. Il nostro lavoro evidenzia una serie di effetti positivi e gratificanti legati all’esperienza alcolica riscontrate dalle persone con depressione, a livelli paragonabili a quelli osservati nel gruppo di controllo. C’è da precisare, però, che gli effetti dell’alcol sul cervello sono molto complessi, e saranno necessari ulteriori approfondimenti per migliorare la comprensione dei fattori che influenzano la vulnerabilità di un individuo al disturbo da uso di alcol e alla depressione”. I ricercatori hanno scoperto che il consumo di alcol riduceva i sentimenti negativi, sebbene tale effetto fosse molto limitato. “Lavori come questo – afferma Daniel Fridberg, altra firma dell’articolo – ci permettono di colmare il divario tra l’analisi scientifica e la vita reale, e possono portare a nuove intuizioni che un giorno potrebbero tradursi in trattamenti migliori per i pazienti. Ipotizziamo che le persone passino dal bere per piacere a doverlo fare per evitare i sintomi dell’astinenza e lo stress”. I risultati evidenziano alti livelli di stimolazione ed effetti piacevoli legati all’esperienza alcolica, con una modesta diminuzione degli stati d’animo negativi. Nella prossima analisi, il gruppo di ricerca intende valutare adulti tra 40 e 65 anni, con disturbo da uso di alcol, per esaminare le risposte e le eventuali differenze nella tolleranza agli effetti dell’alcol.(30Scvience.com)
Valentina Di Paola
Non si beve “per dimenticare”, ma perché fa sentire meglio
(3 Febbraio 2025)

Valentina Di Paola
Classe ’94, cresciuta a pane e fantascienza, laureata in Scienze della comunicazione, amante dei libri, dei gatti, del buon cibo, dei giochi da tavola e della maggior parte di ciò che è anche solo vagamente associato all’immaginario nerd. Collaboro con 30science dal gennaio 2020 e nel settembre 2021 ho ottenuto un assegno di ricerca presso l’ufficio stampa dell’Istituto di ricerca sugli ecosistemi terrestri del Consiglio nazionale delle ricerche. Se dovessi descrivermi con un aggettivo userei la parola ‘tenace’, che risulta un po’ più elegante della testardaggine che mi caratterizza da prima che imparassi a usare la voce per dar senso ai miei pensieri. Amo scrivere e disegnare, non riesco a essere ordinata, ma mi piace pensare che la mia famiglia e il mio principe azzurro abbiano imparato ad accettarlo. La top 3 dei miei sogni nel cassetto: imparare almeno una lingua straniera (il Klingon), guardare le stelle più da vicino (dal Tardis), pilotare un velivolo (il Millennium Falcon).