Roma – Deodoranti per ambienti, cere da sciogliere, detergenti per pavimenti, profumatori etc. possono rendere più inquinata l’aria di casa di quella all’esterno. È quanto emerge da tre studi guidati dalla Purdue University e pubblicati rispettivamente su Environmental Science & Technology Letters, Building and Environment e ACS ES&T Air. I ricercatori hanno scoperto che questi prodotti rischiano di saturare l’ambiente domestico di particelle nanometriche sufficientemente piccole da penetrare in profondità nei polmoni. Per arrivare a questa conclusione hanno creato un piccolo ambiente residenziale dotato di sensori per monitorare da vicino l’impatto delle attività quotidiane sulla qualità dell’aria. Anche se deve ancora essere determinato in che modo l’inalazione di sostanze chimiche volatili da questi prodotti influisca sulla salute, i due hanno ripetutamente scoperto che quando le fragranze degli stessi prodotti vengono rilasciate in ambienti chiusi, reagiscono rapidamente con l’ozono formando nanoparticelle. Queste nanoparticelle di nuova formazione sono particolarmente preoccupanti perché possono raggiungere concentrazioni molto elevate, potenzialmente mettendo a rischio la salute respiratoria . Gli autori degli studi ritengono che queste scoperte evidenzino la necessità di ulteriori ricerche sulla formazione di nanoparticelle in ambienti chiusi innescata da prodotti chimici fortemente profumati. “La nostra ricerca – speigano – dimostra che i prodotti profumati non sono solo fonti passive di profumi gradevoli, ma alterano attivamente la chimica dell’aria interna, portando alla formazione di nanoparticelle a concentrazioni che potrebbero avere implicazioni significative per la salute. Questi processi dovrebbero essere considerati nella progettazione e nel funzionamento degli edifici e dei loro sistemi di ventilazione per ridurre le nostre esposizioni”.(30Science.com)
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- Il professore della Purdue University Brandon Boor ha condotto uno studio con risultati sorprendenti su come le emissioni delle cucine a gas si confrontano con i gas di scarico delle auto. Ha condotto questa ricerca utilizzando la cucina dietro di lui nel “laboratorio della casa minuscola”, che ha tutte le caratteristiche di una casa tipica ma è dotata di sensori per monitorare attentamente l’impatto delle attività quotidiane sulla qualità dell’aria di una casa. Credito Foto della Purdue University/Kelsey Lefever
- La professoressa della Purdue University Nusrat Jung utilizza l’attrezzatura nel “tiny house lab”, che ha progettato per colmare le lacune nella comprensione scientifica della qualità dell’aria interna. Il laboratorio, uno spazio residenziale dedicato, è il primo e unico nel suo genere. Credito Foto della Purdue University/Kelsey Lefever
- All’interno del “laboratorio domestico in miniatura” della Purdue University sono presenti vari sensori e apparecchiature per misurare con precisione e accuratezza, in tempo reale, le emissioni inquinanti derivanti dalle comuni attività domestiche. Credito Foto della Purdue University/Kelsey Lefever
- Questo “laboratorio in miniatura”, situato all’esterno della Delon and Elizabeth Hampton Hall of Civil Engineering della Purdue University, consente ai ricercatori di studiare la qualità dell’aria interna in modo più completo di quanto sia stato possibile in altri contesti. Credito Foto della Purdue University/Kelsey Lefever