Gianmarco Pondrano d'Altavilla

India non ha intenzione di rafforzare i propri obiettivi climatici

(11 Febbraio 2025)

Roma – Secondo fonti Bloomberg, è improbabile che l’India rafforzerà i suoi obiettivi sulla riduzione delle emissioni di carbonio, dopo che le nazioni sviluppate non sono riuscite a soddisfare le sue richieste di maggiori aiuti finanziari in occasione del vertice sul clima COP29 dell’anno scorso. Secondo le fonti, il governo non avrebbe intenzione di presentare prima di diversi mesi una versione aggiornata dei suoi obiettivi climatici, noti come Nationally Determined Contributions ai sensi dell’Accordo di Parigi, poiché il documento è ancora in lavorazione. Oggi è la scadenza ufficiale per i paesi per presentare i loro NDC alle Nazioni Unite. Al vertice COP29 di Baku, le nazioni ricche hanno concordato di triplicare la quantità di finanziamenti disponibili per le nazioni in via di sviluppo per la transizione verso l’energia green e l’adattamento a un pianeta più caldo, portandoli a 300 miliardi di dollari all’anno fino al 2035. L’indignazione della negoziatrice indiana Chandni Raina per la somma, che ha definito “misera” e “non qualcosa che consentirà un’azione favorevole al clima”, è diventata virale, anche per aver veicolato l’insoddisfazione che molte nazioni povere e vulnerabili al clima hanno avuto per l’esito dell’incontro. Gli esperti affermano che saranno necessari trilioni di dollariper aiutare le nazioni in via di sviluppo a far fronte al riscaldamento globale. Nel suo NDC aggiornato, secondo le fonti Bloomberg, l’India si concentrerà su misure per adattarsi a condizioni meteorologiche più estreme e per rafforzare la propria resilienza. L’India, il terzo inquinatore al mondo dopo Cina e Stati Uniti, sta scommettendo sull’ energia pulita per aiutare a soddisfare le esigenze di una popolazione in crescita e sempre più ricca. Ma la nazione si affida ancora principalmente ai combustibili fossili, con le energie rinnovabili che rappresentano solo circa il 2 per cento del suo mix energetico totale. Il suo attuale impegno nell’ambito dell’Accordo di Parigi prevede la riduzione dell’intensità delle emissioni, ovvero la quantità di carbonio generata per unità di prodotto interno lordo, del 45 per cento entro il 2030 rispetto ai livelli del 2005. Nello stesso periodo, l’India mira a generare metà del suo fabbisogno energetico da fonti di combustibili non fossili e a piantare alberi in grado di catturare l’equivalente di fino a 3 miliardi di tonnellate di anidride carbonica. Ciò è ben al di sotto della riduzione del 68 per cento che gli analisti di Climate Action Tracker affermano sia necessaria nel periodo per mantenere un percorso verso 1,5 gradi C di riscaldamento. L’India ha in programma di diventare carbon neutral entro il 2070, una data successiva rispetto agli altri principali emettitori. Da quando ha annunciato l’obiettivo nel 2022, il Primo Ministro Narendra Modi ha chiarito che il suo raggiungimento era condizionato alla disponibilità di finanziamenti internazionali, con un rapporto che calcola che la transizione avrebbe richiesto 12,4 trilioni di dollari in investimenti esteri. (30Science.com)

Gianmarco Pondrano d'Altavilla