Gianmarco Pondrano d'Altavilla

IA individua specie più a rischio per l’inquinamento dei laghi

(23 Gennaio 2025)

Roma – Un nuovo strumento di analisi basato sull’Intelligenza Artificiale (IA) è in grado di rivelare gli inquinanti che hanno un maggiore impatto sugli ecosistemi dei laghi e le specie che da questi inquinanti vengono messe in particolare pericolo. E’ quanto emerge da uno studio guidato dall’Università di Birmingham, Birmingham e pubblicato su Environmental DNA. L’autrice senior, la professoressa Luisa Orsini, ha dichiarato: “Proteggere la biodiversità è più importante che mai. Una conservazione efficace va oltre l’osservazione di come i singoli fattori ambientali influenzano le singole specie. Richiede invece la comprensione di come questi fattori interagiscono con il clima e altri cambiamenti ambientali per guidare la perdita complessiva di biodiversità. Il nostro approccio innovativo basato sui dati abbraccia la complessità dei sistemi naturali, fornendo al contempo obiettivi operativi per gli enti regolatori”. La nuova tecnologia ha permesso al team di scienziati di analizzare campioni di acqua e biofilm da 52 laghi di acqua dolce in tutto il Regno Unito , setacciando in modo efficiente ed efficace pile di dati complessi per trovare collegamenti chiave tra la presenza di inquinanti e la perdita di biodiversità. I dati hanno concluso che insetticidi e fungicidi erano i principali fattori che influenzavano la biodiversità, insieme ad altri 43 fattori fisico-chimici, tra cui metalli pesanti e alcalinità. Il dott. Jiarui Zhou, co-autore senior dello studio, ha evidenziato il potere trasformativo dell’intelligenza artificiale nell’affrontare le sfide ambientali. “Questo studio utilizza l’apprendimento statistico avanzato per integrare complessi set di dati multimodali, mostrando come gli approcci basati sull’intelligenza artificiale possano rivoluzionare la scienza ambientale. Consentendo la definizione delle priorità per quel che riguarda la conservazione delle specie e l’identificazione delle sostanze chimiche più dannose per la biodiversità, questo approccio apre nuove strade per proteggere il nostro mondo naturale”.(30Science.com)

Gianmarco Pondrano d'Altavilla