Roma – Gli orti botanici a livello globale devono fare squadra e suddividersi il lavoro per quel riguarda la conservazione delle piante a rischio di estinzione prima che sia troppo tardi. E’ l’appello lanciato dagli autori di un nuovo studio guidato dal Cambridge University Botanic Garden e pubblicato su Nature Ecology and Evolution. Secondo gli autori la pur utile Convenzione sulla diversità biologica (CBD) ha di fatto dimezzato il livello di raccolta delle piante selvatiche e ha anche creato ostacoli allo scambio internazionale di piante. Questo ha fatto sì che i singoli orti botanici siano al momento impossibilitati a sostenere la sfida della lotta all’estinzione di diverse piante in pericolo e solo uno sforzo coordinato potrebbe ribaltare la situazione. Fino al 40 per cento della diversità vegetale mondiale è a rischio elevato di estinzione. L’accettazione del fatto che le singole collezioni abbiano una capacità limitata di prevenire da sole l’estinzione delle specie richiede un ripensamento del modo in cui collaborano per conservare e salvaguardare la diversità nelle collezioni viventi. I ricercatori affermano che sarà fondamentale che le collezioni viventi siano considerate in futuro come una singola “meta-collezione” : solo lavorando a stretto contatto gli orti botanici del mondo saranno in grado di contenere la gamma di piante necessarie per dare un contributo significativo agli sforzi di conservazione. Ciò includerà la condivisione di dati e competenze e il supporto allo sviluppo di nuove collezioni nel sud del mondo, dove si trova gran parte della biodiversità mondiale. Il curatore del Cambridge University Botanic Garden, il professor Samuel Brockington, che ha guidato il lavoro, ha affermato: “Ora è necessario uno sforzo concertato e collaborativo tra i giardini botanici del mondo per conservare una gamma di piante geneticamente diversificata e renderle disponibili per la ricerca e la futura reintroduzione in natura. L’impatto della Convenzione sulla diversità biologica è una dimostrazione notevole del potere e del valore degli accordi internazionali. Ma sembra impedire ai singoli giardini botanici di lavorare con molte specie vegetali minacciate a livello globale che potremmo contribuire a salvare dall’estinzione”.(30Science.com)

Gianmarco Pondrano d'Altavilla
Gli orti botanici devono unirsi per salvare le piante a rischio d’estinzione
(28 Gennaio 2025)
Gianmarco Pondrano d'Altavilla