Gianmarco Pondrano d'Altavilla

Batteri modificati geneticamente sostituiscono i fertilizzanti

(17 Gennaio 2025)

Roma – Batteri geneticamente modificati possono fornire l’equivalente di quasi 16 chilogrammi di azoto alle colture, riducendo la dipendenza del raccolto dai fertilizzanti. E’ quanto emerge da un nuovo studio guidato dall’Università dell’Illinois Urbana-Champaign e pubblicato sull’ Agronomy Journal. “Sostituire tutto l’azoto sintetico – ha affermato il coautore dello studio Connor Sible – sarebbe un risultato eccezionale. Forse tra 100 anni avremo trovato i microbi e le modifiche genetiche per avvicinarci a quell’obiettivo, ma questi microbi non ci sono ancora. Tuttavia, dobbiamo iniziare da qualche parte e questo lavoro dimostra che la fissazione dell’azoto da parte dei batteri geneticamente modificati per il mais ha del potenziale”. Sible e i suoi coautori hanno testato prodotti dell’azienda Pivot Bio chiamati PROVEN e PROVEN® 40, che includono rispettivamente una o due specie di batteri del suolo, in grado di trasformare l’azoto atmosferico in forme disponibili per le piante. Le versioni modificate di questi batteri dispongono di di un gene chiave potenziato coinvolto nella fissazione dell’azoto. Quando applicati durante la semina, i batteri colonizzano le radici delle piante, distribuendo il nutriente dove è più necessario. I ricercatori hanno applicato i prodotti alla semina durante tre stagioni di campo utilizzando pratiche agronomiche standard per il mais. Hanno quindi misurato l’azoto nei tessuti vegetali nonché la resa alla fine di ogni stagione. La diluizione dell’azoto isotopico stabile della pianta e del suolo ha mostrato che l’ulteriore assorbimento di azoto nelle parcelle inoculate con i prodotti proveniva dall’atmosfera, integrando la fornitura dal suolo e provando l’efficacia dei batteri. L’analisi ha mostrato che, l’inoculante ha aumentato la crescita vegetativa del mais, l’accumulo di azoto, il numero di chicchi e la resa. (30Science.com)

Gianmarco Pondrano d'Altavilla