Francesca Morelli

Orso polare, il sebo della pelliccia lo rende “immune” a ghiaccio e freddo

(29 Gennaio 2025)

Roma – “Immune” a freddi artici. L’orso polare sarebbe in grado di resistere, comunque di tollerare, le temperature glaciali del suo habitat naturale, grazie agli “ingredienti” superprotettivi, con effetti anti-gelo, che compongono il sebo della sua pelliccia. Il grasso secreto dalle ghiandole sebacee della pelle avrebbe proprietà simili ai rivestimenti in fibra di fluorocarbonio, tra i più robusti schermi contro elementi avversi, compreso temperature al limite o oltre la soglia della tollerabilità, impiegati anche da sciatori di fondo per ripararsi e salire in alta quota rendendo pelli e indumenti totalmente ice-free, poco ricettivi al ghiaccio e gelo. Lo sostiene uno studio della Universitetet di Bergen, in Norvegia, pubblicato oggi su Science Advances, che potrebbe offrire nuove informazioni per lo sviluppo di biomateriali anti-giaccio, ecosostenibili, risparmiando gli impatti ambientali da fluorocarburi. Dopo aver catturato le foche, usciti dalle fredde acque artiche, a zonzo per la tundra con temperature ancora più rigide, la pelliccia inzuppata dell’orso polare sarebbe resiliente alla cristallizzazione del ghiaccio, probabilmente grazie alla speciale composizione chimica del sebo che gli conferirebbe, come rivela questo nuovo studio, straordinarie capacità anti-gelo. I ricercatori hanno confrontato campioni di pelliccia non lavati e lavati di 6 orsi polari con due tipi di pelli da sci rivestite di fluorocarbonio, costituiti da cuscinetti di mohair applicati temporaneamente lungo la parte inferiori degli sci per consentire l’arrampicata sulla neve, e campioni di capelli umani. La pelliccia non lavata, ricca di sebo, si associava a una bassa aderenza del ghiaccio pari alle pelli da sci, e molto inferiore alla pelliccia lavata senza sebo. Anche la pelliccia non lavata dell’orso polare avrebbe un’aderenza al ghiaccio molto inferiore rispetto ai capelli umani, a parità di sebo contenuto. Tali evidenze farebbero dunque supporre che il sebo dell’orso polare sia caratterizzato da una composizione unica; utilizzando calcoli chimici quantistici, i ricercatori hanno calcolato le energie di assorbimento relative agli ingredienti del sebo, identificando i lipidi come i composti cui correlano i maggiori indici di bassa aderenza al ghiaccio. È stato inoltre scoperto che il sebo dell’orso polare, come quello umano, contiene elevate quantità di colesterolo, diacilgliceroli e altri lipidi ma privo di squalene, differentemente dal sebo dell’uomo e di molti altri mammiferi. L’assenza di squalene potrebbe dunque essere la particolarità che rende il sebo della pelliccia dell’orso unico nel suo genere, concludono gli autori. Questa scoperta è in linea con la tradizione Inuit, popolo di abilissimi cacciatori, che utilizza la pelliccia dell’orso polare per foderare pantaloni, sandali e sgabelli da caccia per impedirne la cristallizzazione del ghiaccio, quindi evitando rumori molesti che potrebbero spaventare le prede. “Ci auguriamo che il nostro studio possa favorire lo sviluppo di ricerche future sui materiali impiegati nelle culture artiche per approfondire le conoscenze su queste comunità”, concludono gli autori.(30Science.com)

Francesca Morelli