Valentina Di Paola

Le locuste saltano grazie a una proteina che protegge le gambe

(2 Gennaio 2025)

Roma –  Una proteina simile alla gomma, chiamata resilina, è alla base della capacità di salto delle locuste. Lo rivela uno studio, pubblicato sulla rivista Proceedings of the National Academy of Sciences, condotto dagli scienziati dell’Università di Hull e dell’Università di Lincoln, nel Regno Unito. Il team, guidato da Stephen M. Rogers, Darron Cullen, ha esaminato il ruolo della resilina, uno dei componenti principali delle zampe degli insetti. Gli animali saltatori, come le locuste, spiegano gli esperti, usano strutture simili a catapulte nelle zampe posteriori per ottenere una rapida accelerazione. Queste sfruttano le articolazioni degli arti posteriori, i tendini e la cuticola esterna per immagazzinare energia elastica e convertire le lente contrazioni muscolari in movimenti simili a molle che estendono improvvisamente le zampe. La resilina è una proteina altamente elastica alla base della composizione degli arti delle locuste, ma finora le sue implicazioni nelle abilità motorie degli animali non erano del tutto chiare. I ricercatori hanno utilizzato il metodo dell’interferenza dell’RNA per ridurre i livelli di resilina nelle locuste. Successivamente, gli scienziati hanno confrontato le prestazioni di salto tra gruppi di esemplari non alterati e quelli con bassi livelli di resilina. Questo approccio suggerisce che la perdita di resilina riduceva solo leggermente la velocità di decollo degli insetti, ma provocava rotture delle zampe posteriori nel 29 per cento dei casi. Non sono stati osservati episodi simili nel gruppo di controllo. Questi dati, concludono gli autori, dimostrano che la resilina protegge la cuticola delle zampe, altrimenti vulnerabile alle fratture in caso di utilizzo ripetuto. (30Science.com)

Valentina Di Paola
Classe ’94, cresciuta a pane e fantascienza, laureata in Scienze della comunicazione, amante dei libri, dei gatti, del buon cibo, dei giochi da tavola e della maggior parte di ciò che è anche solo vagamente associato all’immaginario nerd. Collaboro con 30science dal gennaio 2020 e nel settembre 2021 ho ottenuto un assegno di ricerca presso l’ufficio stampa dell’Istituto di ricerca sugli ecosistemi terrestri del Consiglio nazionale delle ricerche. Se dovessi descrivermi con un aggettivo userei la parola ‘tenace’, che risulta un po’ più elegante della testardaggine che mi caratterizza da prima che imparassi a usare la voce per dar senso ai miei pensieri. Amo scrivere e disegnare, non riesco a essere ordinata, ma mi piace pensare che la mia famiglia e il mio principe azzurro abbiano imparato ad accettarlo. La top 3 dei miei sogni nel cassetto: imparare almeno una lingua straniera (il Klingon), guardare le stelle più da vicino (dal Tardis), pilotare un velivolo (il Millennium Falcon).