Roma – I crani dei cani attuali, indipendentemente dalle razze, pregiate o selvatiche, avrebbero caratteristiche molto simili, a dispetto do studi e allevamenti selettivi millenari finalizzati a sviluppare nell’animale specifiche abilità. Lo suggerisce uno studio della Chapman University, in California, pubblicato oggi su Science Advances che ha analizzato i crani di 117 canidi, contrastando da un lato l’ipotesi che la razza posa contribuire alla specializzazione di specifici compiti, e dall’altro l’inefficacia della pratica millenaria dell’allevamento selettivo per contribuire a sviluppare ad esempio abilità nella caccia, di guida, afferrare la preda e così via. “Contrariamente a quanto si creda, i cani allevati per uno scopo specifico, ad esempio nel mordere o per affinare il fiuto non sarebbero dotati di caratteristiche morfologicamente migliori rispetto a quelli non allevati per un compito preciso” dichiarano gli autori. “Queste informazioni potrebbero sfatare falsi miti che correlano le razze a tratti morfologiche speciali per specifiche capacità, come lo sviluppo nei pit bull terrier di una mascella-tenaglia che si blocca per non mollare la presa”. Per millenni, sono stati praticati allevamenti selettivi per aumentare le capacità dei cani nella pastorizia, nella caccia, nella compagnia, nella protezione, risultati a quanto fare fallimentari nel favorire lo sviluppi nell’animale di tipicità morfologiche verso specifici compiti: ambito poco indagato da studi dedicati, obiettivo invece dell’attuale ricerca. Utilizzando 117 campioni di muso, i ricercatori hanno generato ricostruzioni 3D di 41 razze domestiche e 18 sottospecie selvatiche esaminando per ciascuna razza eventuali caratteristiche distintive per scopi precisi, come definito dall’American Kennel Club e dall’United Kennel Club, tra cui valutare se i crani di razze impiegate dalle forze dell’ordine e dall’esercito avessero tratti particolari per sviluppare il fiuto o il morso. Hanno così scoperto che le morfologie di questi animali erano statisticamente simili ad altre razze non protettive, così come a lupi e coyote. L’assenza di differenziazione morfologica si applicherebbe dunque ai crani della maggior parte delle razze, indipendentemente dalla specializzazione del compito; solo alcune razze da compagnia si distinguerebbero per l’estrema struttura del muso.(30Science.com)

30Science.com
Crani dei cani, poche diversità nonostante allevamenti selettivi millenari
(29 Gennaio 2025)

30Science.com
Agenzia di stampa quotidiana specializzata su temi di scienza, ambiente, natura, salute, società, mobilità e tecnologia. Ogni giorno produciamo una rassegna stampa delle principali riviste scientifiche internazionali e quattro notiziari tematici: Scienza, Clima & Natura, Salute, Nuova Mobilità e Ricerca Italiana
contatti:
redazione@30science.com
+ 39 3492419582