Roma – La misurazione dei livelli della proteina acida fibrillare gliale (GFAP), una proteina cerebrale specifica, con un semplice esame del sangue, potrebbe aiutare a distinguere rapidamente ictus causati da una emorragia cerebrale (emorragici) da quelli dovuti a ischemia (coaguli di sangue), ancora prima dell’arrivo in pronto soccorso. Quindi definire anche il corretto approccio terapeutico che è differente per le due forme. E la tempestività diagnostica e di trattamento significa ridurre i danni cerebrali, con risultati migliori per i pazienti con ictus. Questi dati e indicazioni derivano da uno studio preliminare dell’RKH Hospital Klinikum Ludwigsburg, in Germania, che sarà presentato all’International Stroke Conference 2025 dell’American Stroke Association (5-7 febbraio 2025) da cui è emerso che persone con ictus emorragici hanno livelli ematici di GFAP quasi 7 volte più alti rispetto a coloro con forme ischemiche. È noto che più tempo passa dalla diagnosi e trattamento dell’ictus, più tessuto cerebrale viene danneggiato in modo irreparabile e peggiore sarà l’esito per il paziente. Per distinguere se un ictus è emorragico o ischemico di norma di ricorre a un esame di imaging, ma che ritarda di ore l’inizio del corretto trattamento che in caso di ictus ischemico richiede di disostruire il vaso sanguigno con farmaci trombolitici o rimuovere fisicamente il coagulo e per l’ictus emorragico di abbassare la pressione sanguigna e somministrare farmaci per invertire gli effetti delle terapie anticoagulanti. I ricercatori hanno pertanto valutato se i livelli ematici di GFAP che è rilasciata nel sangue quando le cellule cerebrali vengono danneggiate o distrutte, potessero aiutare a differenziare rapidamente i due tipi di ictus. La GFAP è infatti già utilizzata ad esempio nella valutazione dei traumi cranici e un precedente studio del 2024 condotto da questi stessi ricercatori aveva mostrato le potenzialità dei livelli di GFAP nel distinguere rapidamente pazienti con ictus emorragico non responsivi. L’attuale studio è stato condotto su campioni di sangue raccolti in ambulanza prima dell’arrivo dei pazienti in ospedale in cui l’analisi ha rilevato livelli di GFAP quasi 7 volte superiori in coloro con ictus emorragico rispetto a pazienti con ictus ischemico, pari a 208 picogrammi per millilitro, o pg/mL, contro 30 pg/mL e oltre 4 volte più elevati in pazienti con ictus emorragico rispetto ad altro con forme simili all’ictus, pari a 208 pg/mL contro 48 pg/mL. Inoltre la GFAP avrebbe consentito di escludere un ictus emorragico quando al di sotto di 30 pg/mL in pazienti con deficit neurologici da moderati a gravi e prevedere con una precisione del 90%-95%, pazienti con ictus emorragico sulla base dell’età. Questi gruppi in base all’età erano distribuiti uniformemente: sotto i 72 anni, tra i 72 e gli 83 anni e sopra gli 83 anni. In particolare, il limite per i soggetti sotto i 72 anni era molto basso e più alto nei pazienti con ictus emorragico che assumevano anticoagulanti rispetto a quelli che non assumevano farmaci anticoagulanti. In buona sostanza i risultati dello studio mostrano che valori di GFAP estremamente elevati nell’ictus emorragico si assocerebbero all’uso di anticoagulanti e che nei pazienti con ictus acuto moderato o grave, la forma emorragica poteva essere esclusa in tutti i casi con GFAP inferiore a 30 pg/mL. Se studi più ampi confermassero questi i risultati, le misurazioni di GFAP potrebbero cambiare il trattamento e le modalità di intervento dell’ictus. “Il trattamento per abbassare la pressione sanguigna e invertire i farmaci anticoagulanti potrebbe essere eseguito in ambito preospedaliero, portando a un enorme cambiamento nella pratica clinica. In futuro, anche gli anticoagulanti o il trattamento trombolitico potrebbero essere applicati prima dell’arrivo in ospedale”, ha affermato la ricercatrice Kalra Love-Preet. Un limite di questo test è che al momento è necessaria una fase di centrifugazione utile a separare i componenti del sangue, inoltre la GFAP aumenta anche con l’età, creando un’area grigia in cui piccoli ictus emorragici potrebbero non essere identificati o scambiati per ictus ischemici nei pazienti anziani.(30Science.com)
Francesca Morelli
Un esame del sangue potrebbe identificare la tipologia di ictus prima di arrivare in ospedale
(30 Gennaio 2025)
Francesca Morelli