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Rezza, il ritiro USA dall’OMS potrebbe essere un duro colpo per il sistema sanitario dei paesi più poveri

(21 Gennaio 2025)

Roma – “Il ritiro degli USA dall’OMS potrebbe essere un duro colpo per i paesi più deboli, in cui i sistemi di ricerca e sanitari sono particolarmente sostenuti proprio dall’OMS”. Così all’AGI, Giovanni Rezza, professore di Igiene e Sanità Pubblica presso l’Università Vita-Salute San Raffaele di Milano ed ex direttore generale della Prevenzione sanitaria presso il Ministero della Salute, a proposito della notizia della decisione di Trump di mettere gli USA sulla strada per una rapida uscita dall’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS). Oltre alle quote associative di circa 110 milioni di dollari all’anno, gli Stati Uniti sono uno dei maggiori sostenitori volontari dell’OMS al momento, avendo contribuito con 1,1 miliardi di dollari nel 2022 e nel 2023. Tutto sommato, il paese fornisce circa un quinto del bilancio dell’OMS. “Non si può dire – ha continuato Rezza – che le critiche all’OMS siano del tutto infondate: è vero ad esempio che nelle decisioni dell’organismo e nella ripartizione delle cariche non ha gioco solo il merito personale, ma anche equilibri geopolitici. Ed è anche vero che la gestione di determinate crisi sanitarie nel tempo non hanno visto brillare l’OMS anche per il timore delle conseguenze economiche delle sue scelte. Ma rimane il punto che certe crisi sanitarie hanno portata globale ed è necessario il coordinamento di un organismo sovranazionale che possa indicare una strategia comune. Allo stesso tempo – lo abbiamo visto con la patologia originariamente sconosciuta diffusasi in Congo -nei casi in cui ricercatori, medici e la struttura amministrativa non sono del tutto in grado di rispondere ad esempio a focolai di infezione, lì l’OMS ha un ruolo di integrazione fondamentale, che se indebolito esporrebbe tutti, anche chi abita negli stessi USA a subire le conseguenze di epidemie e pandemie non gestite da personale in loco all’altezza”. Allo stato la decisione dell’amministrazione Trump è solo l’inizio di una procedura nella quale potrebbe avere voce in capitolo anche il Congresso degli USA. All’annuncio dell’iniziativa del nuovo Presidente, l’OMS ha risposto che spera che “gli Stati Uniti riconsiderino la loro decisione”, offrendo di instaurare “un costruttivo dialogo per mantenere la partnership tra USA e OMS, a beneficio della salute e del benessere di milioni di persone in tutto il mondo”. (30Science.com)

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