Roma – Il vizio del fumo potrebbe provocare un impatto negativo sui guadagni dei lavoratori più giovani. Questa curiosa correlazione emerge da uno studio, pubblicato sulla rivista Nicotine & Tobacco Research, condotto dagli scienziati della Jyväskylä University School of Business and Economics, in Finlandia. Il team, guidato da Jutta Viinikainen, ha utilizzato i dati del progetto Cardiovascular Risk in Young Finns, un’analisi longitudinale di 3.596 partecipanti provenienti da aree urbane e rurali di cinque regioni universitarie finlandesi, nati tra il 1962 e il 1977. Le informazioni sono state collegate a quanto emerso dal set di dati di Statistics Finland e del Longitudinal Population Census. Il periodo di osservazione, iniziato nel 2001, riguardava persone di età compresa tra 24 e 39 anni. Nonostante i tassi di fumo siano in calo dagli anni ’90, il numero di persone con questo vizio è ancora piuttosto elevato, tanto che nel 2019, nei paesi ad alto reddito, coinvolgeva circa il 18 e il 27 per cento delle donne e degli uomini, rispettivamente. Il fumo è notoriamente associato a una serie di complicazioni per la salute, spiegano gli esperti, ed è stato recentemente correlato a un ridotto successo nel mercato del lavoro, probabilmente a causa del suo impatto sulla produttività. Ciò è particolarmente vero in caso di impieghi fisicamente impegnativi, perché il fumo influisce negativamente sulla forma fisica e le prestazioni. Nell’ambito dell’indagine, gli autori hanno utilizzato la misura di pacchetti-anno: un valore di 10 pacchetti-anno indicava che il soggetto aveva consumato un pacchetto di sigarette al giorno per dieci anni. I ricercatori hanno scoperto che un aumento di un’unità nei pacchetti-anni era associato a una diminuzione dell’1,8 per cento nel guadagno percepito. Secondo le stime, riportano gli studiosi, ridurre il fumo dell’equivalente di cinque pacchetti-anno potrebbe portare a un incremento del nove per cento nei guadagni raggiunti. Il lavoro mostra anche che un aumento di un’unità nei pacchetti-anni ha portato a una diminuzione dello 0,5 per cento negli anni di impiego. Sono emerse significative differenze tra la popolazione più giovane e in caso di livelli di istruzione più bassi. “Il vizio del fumo nelle fasce di popolazione più giovane – afferma Viinikainen – è strettamente correlato a guadagni e occupazione a lungo termine, con gli individui con un livello di istruzione più basso che subiscono le conseguenze più gravi. Il nostro lavoro evidenzia la necessità di politiche che affrontino i costi economici nascosti del fumo e promuovano comportamenti più sani”. (30Science.com)
Valentina Di Paola
I giovani che fumano guadagnano meno
(14 Gennaio 2025)

Valentina Di Paola
Classe ’94, cresciuta a pane e fantascienza, laureata in Scienze della comunicazione, amante dei libri, dei gatti, del buon cibo, dei giochi da tavola e della maggior parte di ciò che è anche solo vagamente associato all’immaginario nerd. Collaboro con 30science dal gennaio 2020 e nel settembre 2021 ho ottenuto un assegno di ricerca presso l’ufficio stampa dell’Istituto di ricerca sugli ecosistemi terrestri del Consiglio nazionale delle ricerche. Se dovessi descrivermi con un aggettivo userei la parola ‘tenace’, che risulta un po’ più elegante della testardaggine che mi caratterizza da prima che imparassi a usare la voce per dar senso ai miei pensieri. Amo scrivere e disegnare, non riesco a essere ordinata, ma mi piace pensare che la mia famiglia e il mio principe azzurro abbiano imparato ad accettarlo. La top 3 dei miei sogni nel cassetto: imparare almeno una lingua straniera (il Klingon), guardare le stelle più da vicino (dal Tardis), pilotare un velivolo (il Millennium Falcon).