Valentina Di Paola

Dal pesce zebra nuovi approcci per la riparazione del cuore

(3 Gennaio 2025)

Roma – La proteina Hmga1 svolge un ruolo chiave nella rigenerazione cardiaca nel pesce zebra. Lo dimostra uno studio, pubblicato sulla rivista Nature Cardiovascular Research, condotto dagli scienziati dell’Hubrecht Institute. Il team, guidato da Jeroen Bakkers, ha riparato con successo i cuori danneggiati di un modello murino utilizzando la proteina individuata nel pesce zebra. Nei topolini, riportano gli autori, la proteina Hmga1 è stata in grado di ripristinare il cuore attivando geni di riparazione dormienti senza causare effetti collaterali. A seguito di un infarto, spiegano gli autori, il cuore umano perde milioni di cellule muscolari che non possono ricrescere, il che può portare all’insufficienza cardiaca, per cui il cuore non riesce a pompare sangue in modo efficace. Il pesce zebra è invece associato a capacità rigenerative, per cui riescono a sviluppare nuove cellule muscolari cardiache. In caso di danneggiamento, il cuore di questi animali può ripristinare completamente la sua funzione entro 60 giorni. “Confrontare i pesci zebra con altre specie – afferma Bakkers – può aiutarci a scoprire i meccanismi della rigenerazione cardiaca. Il nostro obiettivo è la definizione di terapie specifiche per prevenire l’insufficienza cardiaca negli esseri umani”. Il gruppo di ricerca ha identificato Hmga1, una proteina che svolge un ruolo chiave nella riparazione del cuore nel pesce zebra. “Abbiamo scoperto – afferma Mara Bouwman, collega e coautrice di Bakkers – che Hmga1 rimuove gli ostacoli molecolari sulla cromatina, la struttura che avvolge il DNA. In pratica, la proteina consente ai geni dormienti di riattivarsi”. Per verificare se la proteina funzionasse in modo simile nei mammiferi, i ricercatori l’hanno applicata localmente ai cuori danneggiati di un modello murino. La proteina Hmga1 ha stimolato le cellule del muscolo cardiaco a dividersi e crescere, migliorando significativamente la funzionalità cardiaca. Non si sono verificati effetti avversi, come ingrossamento del cuore o divisione cellulare nel tessuto cardiaco sano. Il team ha poi confrontato l’attività del gene Hmga1 nei pesci zebra, nei topi e negli esseri umani. Nei cuori umani, come nei topi adulti, la proteina Hmga1 non viene prodotta dopo un infarto. Tuttavia, il gene per Hmga1 è presente negli esseri umani ed è attivo durante lo sviluppo embrionale. “I nostri risultati – afferma Bakkers – suggeriscono una potenziale base per le terapie geniche che potrebbero sbloccare il potenziale rigenerativo del cuore negli esseri umani. Dobbiamo perfezionare e testare ulteriormente la terapia prima che possa essere applicata in terapia clinica. Nei prossimi step, testeremo l’efficacia della proteina sulle cellule del muscolo cardiaco umano in coltura”. (30Science.com)

Valentina Di Paola
Classe ’94, cresciuta a pane e fantascienza, laureata in Scienze della comunicazione, amante dei libri, dei gatti, del buon cibo, dei giochi da tavola e della maggior parte di ciò che è anche solo vagamente associato all’immaginario nerd. Collaboro con 30science dal gennaio 2020 e nel settembre 2021 ho ottenuto un assegno di ricerca presso l’ufficio stampa dell’Istituto di ricerca sugli ecosistemi terrestri del Consiglio nazionale delle ricerche. Se dovessi descrivermi con un aggettivo userei la parola ‘tenace’, che risulta un po’ più elegante della testardaggine che mi caratterizza da prima che imparassi a usare la voce per dar senso ai miei pensieri. Amo scrivere e disegnare, non riesco a essere ordinata, ma mi piace pensare che la mia famiglia e il mio principe azzurro abbiano imparato ad accettarlo. La top 3 dei miei sogni nel cassetto: imparare almeno una lingua straniera (il Klingon), guardare le stelle più da vicino (dal Tardis), pilotare un velivolo (il Millennium Falcon).