Valentina Di Paola

Le tasse sulle bibite zuccherate incidono (poco) sul BMI

(24 Gennaio 2025)

Roma – Le tasse sulle bevande zuccherate introdotte a livello comunale sono associate a una modesta riduzione dell’indice di massa corporea tra gli adulti appartenenti a specifici gruppi demografici. Questo incoraggiante, ma bivalente, risultato emerge da uno studio, pubblicato sul Journal of American Medical Association Network Open, condotto dagli scienziati del Kaiser Permanente Division of Research. Il team, guidato da Emily F. Liu, Deborah R. Young e Monique M. Hedderson, ha valutato la correlazione tra la tassa sulle bevande zuccherate e le variazioni nell’indice di massa corporea della popolazione. Nel complesso, i ricercatori hanno analizzato i dati relativi a 1.044.272 adulti di età compresa tra 20 e 65 anni, residenti in quattro città californiane (Berkeley, Albany, Oakland e San Francisco), nelle quali era stata introdotta la tassa sulle bevande zuccherate. Le informazioni sono state confrontate con quelle raccolte in 40 città senza l’imposta. Sono emerse associazioni tra le tasse e una lieve riduzione dell’indice di massa corporea, anche se i dati hanno rivelato notevoli disparità tra i gruppi di popolazione. Tra le città esaminate, Berkeley, la prima città statunitense ad adottare la tassa sulle bevande zuccherate, ha registrato un calo medio di BMI più marcato rispetto alle città di controllo, con una riduzione di 0,16 unità di BMI nei cinque anni successivi all’implementazione della tassa. In particolare, riportano gli autori, l’indice di massa corporea calava in media di 0,3 unità tra i giovani adulti (20-25 anni) e di 0,19 unità tra quelli di 26-39 anni. Nello specifico, non sono emersi impatti significativi tra gli uomini, le persone di etnia ispanica o nera, e i residenti in quartieri con alti livelli di povertà. A Berkeley, il consumo di bevande zuccherate è diminuito del 52,5 per cento entro tre anni dall’introduzione della tassa, suggerendo un legame tra riduzione del consumo e diminuzione del BMI. “Le tasse sulle bevande zuccherate – scrivono gli autori – potrebbero contribuire a migliorare gli esiti relativi al peso in alcuni sottogruppi demografici, ma i benefici non sono distribuiti equamente tra la popolazione. Questi risultati evidenziano la necessità di condurre ulteriori approfondimenti per esplorare i meccanismi che collegano le tasse sulle bevande zuccherate alla perdita di peso”. “Il lavoro – concludono gli scienziati – suggerisce l’importanza di valutare gli impatti a lungo termine di queste politiche e dell’imposta sulle bevande zuccherate sull’obesità e sulle disuguaglianze sanitarie, soprattutto in contesti con alti tassi di consumo di questi prodotti”. (30Science.com)

Valentina Di Paola
Classe ’94, cresciuta a pane e fantascienza, laureata in Scienze della comunicazione, amante dei libri, dei gatti, del buon cibo, dei giochi da tavola e della maggior parte di ciò che è anche solo vagamente associato all’immaginario nerd. Collaboro con 30science dal gennaio 2020 e nel settembre 2021 ho ottenuto un assegno di ricerca presso l’ufficio stampa dell’Istituto di ricerca sugli ecosistemi terrestri del Consiglio nazionale delle ricerche. Se dovessi descrivermi con un aggettivo userei la parola ‘tenace’, che risulta un po’ più elegante della testardaggine che mi caratterizza da prima che imparassi a usare la voce per dar senso ai miei pensieri. Amo scrivere e disegnare, non riesco a essere ordinata, ma mi piace pensare che la mia famiglia e il mio principe azzurro abbiano imparato ad accettarlo. La top 3 dei miei sogni nel cassetto: imparare almeno una lingua straniera (il Klingon), guardare le stelle più da vicino (dal Tardis), pilotare un velivolo (il Millennium Falcon).