Roma – La moda eco-sostenibile è ancora poco conosciuta dal grande pubblico e necessita di tecniche pubblicitarie più efficaci ed impattanti per diffondersi. E’ quanto emerge da un nuovo volume, intitolato The Psychology of Fashion, a firma di Carolyn Mair, professoressa di psicologia presso l’University of the Arts di Londra. L’autrice sostiene che i marchi devono impegnarsi di più per promuovere l’abbigliamento sostenibile, rendendolo più accessibile a tutti e impegnandosi di più per educare il pubblico a un consumo consapevole. Aggiunge che etichette ecologiche sugli indumenti hanno un’influenza importante sulla psicologia degli acquisti, ma dovrebbero essere più chiare per incoraggiare più persone ad effettuare acquisti responsabili. La dott. ssa Mair spiega che, sebbene esistano numerose motivazioni psicologiche alla base del nostro impulso ad acquistare ripetutamente prodotti di moda non green, gli acquirenti possono essere spinti a fare scelte più sostenibili attraverso campagne pubblicitarie educative e una migliore accessibilità e convenienza della moda ecosostenibile. Afferma: “La psicologia nel contesto della moda può portare a un’industria etica e sostenibile che diventi una forza positiva per i lavoratori, i consumatori e il pianeta. Comprendere la psicologia del comportamento sostenibile nella moda è essenziale per sviluppare strategie efficaci per promuovere e adottare pratiche sostenibili, sia a livello individuale che organizzativo. Affrontando le barriere psicologiche e promuovendo una comprensione più profonda dei principi della moda sostenibile, le parti interessate possono lavorare collettivamente verso un futuro più sostenibile ed etico per l’industria della moda”. L’industria della moda ha una lunga storia di controversie; i dibattiti più recenti si sono concentrati sul suo impatto sui cambiamenti climatici, in particolare per quel che riguarda le importazioni a basso prezzo dalla Cina e il cotone dall’India. I dati evidenziati nel libro prevedono che l’industria della moda a livello globale rilascerà 1,5 gigatonnellate di CO2 entro il 2029. La ricerca stima inoltre che il mercato della moda etica aumenterà fino a 10 miliardi di dollari entro il 2025, ma la dott.ssa Mair sottolinea che anche alcune delle scelte etiche possono comunque danneggiare l’ambiente: la moda vegana contiene sostanze chimiche nocive e sintetiche. “Le scelte di moda non solo riflettono l’identità individuale e l’immagine corporea, ma hanno anche implicazioni significative per la sostenibilità. La spinta psicologica verso la moda veloce e le tendenze in continua evoluzione spesso porta a consumi eccessivi e sprechi, contribuendo al degrado ambientale”, conclude la Mair. “Esaminando la psicologia alla base di questi modelli di consumo, il libro evidenzia la necessità di pratiche di moda più consapevoli e sostenibili”. (30Science.com)
Gianmarco Pondrano d'Altavilla
La moda eco-sostenibile è ancora poco accessibile ai clienti
(2 Dicembre 2024)
Gianmarco Pondrano d'Altavilla