Valentina Di Paola

La pelle del coccodrillo si piega per formare le scaglie

(11 Dicembre 2024)

Roma – Il caratteristico schema di squame sul muso e sulle fauci dei coccodrilli è formato da un preciso processo meccanico di piegatura della pelle. A questa curiosa conclusione giunge uno studio, pubblicato sulla rivista Nature, condotto dagli scienziati dell’Università di Ginevra. Il team, guidato da Michel Milinkovic, ha combinato esperimenti su embrioni di coccodrillo del Nilo e simulazioni al computer. Stando a quanto emerge dall’indagine, le squame emergono da un processo meccanico piuttosto che genetico. Le appendici animali, come piume, peli e squame, spiegano gli esperti, generalmente si sviluppano come unità geneticamente controllate durante lo sviluppo embrionale. Ci sono alcune eccezioni a questa regola, come le squame della testa dei coccodrilli, che si è scoperto essere prodotte da processi puramente meccanici. Tuttavia, il meccanismo preciso che guida la modellazione delle squame della testa è stato complicato da determinare, in parte a causa delle difficoltà tecniche di sperimentazione con embrioni di coccodrillo. I ricercatori hanno generato un modello di crescita tridimensionale per comprendere lo sviluppo delle squame del coccodrillo. Questo approccio ha rivelato che tali strutture si organizzano attraverso semplici processi meccanici, come la piegatura compressiva originata sia dalla pelle che cresce più velocemente dell’osso sottostante sia dalla rigidità contrastante di questi diversi tessuti. Questo processo, concludono gli scienziati, produce modelli geometrici irregolari nelle squame della testa mentre il coccodrillo cresce in un modo nettamente diverso da come le squame del corpo si sviluppano come unità geneticamente controllate. (30Science.com)

 

Valentina Di Paola
Classe ’94, cresciuta a pane e fantascienza, laureata in Scienze della comunicazione, amante dei libri, dei gatti, del buon cibo, dei giochi da tavola e della maggior parte di ciò che è anche solo vagamente associato all’immaginario nerd. Collaboro con 30science dal gennaio 2020 e nel settembre 2021 ho ottenuto un assegno di ricerca presso l’ufficio stampa dell’Istituto di ricerca sugli ecosistemi terrestri del Consiglio nazionale delle ricerche. Se dovessi descrivermi con un aggettivo userei la parola ‘tenace’, che risulta un po’ più elegante della testardaggine che mi caratterizza da prima che imparassi a usare la voce per dar senso ai miei pensieri. Amo scrivere e disegnare, non riesco a essere ordinata, ma mi piace pensare che la mia famiglia e il mio principe azzurro abbiano imparato ad accettarlo. La top 3 dei miei sogni nel cassetto: imparare almeno una lingua straniera (il Klingon), guardare le stelle più da vicino (dal Tardis), pilotare un velivolo (il Millennium Falcon).