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Gli allevamenti di alghe potrebbero contribuire a ridurre il rischio di malattie

(16 Dicembre 2024)

Roma –  Benvenuti gli allevamenti di alghe negli ecosistemi marini; contribuirebbero infatti a ridurre il numero di agenti patogeni presenti nelle acque, quindi a contenere il rischio di malattie, secondo uno studio pubblicato oggi su PNAS (Proceedings of the National Academy of Sciences). Se questa capacità si estenda anche alla coltivazione di alghe è ancora da chiarire. L’allevamento di alghe rappresenta oltre la metà della produzione globale di acquacoltura costiera e marina in termini di volume, ma focolai epidemici stanno mettendo sempre più a repentaglio il settore. Pertanto ricercatori americani hanno condotti una metanalisi, analizzando i lavori di letteratura pubblicati tra il 1979 e il 2020, per identificare i patogeni che influenzano le rese delle alghe ed hanno scoperto 17 malattie, che colpiscono 16 specie di alghe, correlate a batteri la cui numerosità diminuisce sensibilmente se associati a ecosistemi di fanerogame marine, ovvero un gruppo di piante marine che si distinguono dalle alghe in quanto dirette discendenti delle piante terrestri. Successivamente, gli autori hanno esaminato più di 8.000 singole alghe provenienti da 16 fattorie indonesiane che co-coltivavano le alghe in ecosistemi di fanerogame marine intatti o dove le alghe erano naturalmente presenti prima di essere state rimosse. Hanno così scoperto che la coltivazione congiunta di alghe e fanerogame marine aveva ridotto il rischio di malattie del 75%. Inoltre, coltivare fanerogame marine con alghe avrebbe anche un vantaggio economico; prevenire il rischio di malattie e quindi la resa produttiva delle alghe porterebbe a un aumento stimato del fatturato annuo di circa 292.470-1.015.990 USD per chilometro quadrato. Allo stato attuale si calcola che circa 20,7 milioni di chilometri quadrati, in 107 paesi e 34 territori, abbiano l’habitat idoneo per la coltivazione di alghe all’interno di ecosistemi di fanerogame marine. Lo studio dimostrerebbe come soluzioni che fanno leva su fonti provenienti direttamente dalla natura possano rappresentare una strategia di gestione efficace negli ecosistemi dell’acquacoltura marina.(30Science.com)

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