Valentina Di Paola

Buone notizie per i trichechi, dovrebbero essere al sicuro per i prossimi 75 anni

(4 Dicembre 2024)

Roma – I trichechi del Pacifico, scientificamente noti come Odobenus rosmarus, un’importante risorsa per le comunità native dell’Alaska e della Chukotka, potrebbero non essere troppo vulnerabili alla perdita di habitat legata al cambiamento climatico e all’aumento dell’attività umana nell’Artico. A questa incoraggiante conclusione giunge uno studio, pubblicato sul Journal of Wildlife Management, condotto dagli scienziati dell’United States Fish and Wildlife Service. Il team, guidato da Devin L. Johnson, ha valutato la sostenibilità di diversi gradi di sfruttamento della specie fino alla fine del XXI secolo, considerando diversi scenari climatici e di disturbo umano. Le modellazioni spaziavano dalle più ottimistiche alle più pessimistiche, e si basavano sulle proiezioni del ghiaccio marino ricavate da modelli di circolazione generale. Stando a quanto emerge dall’indagine, gli attuali tassi di raccolta del tricheco del Pacifico rientrano in un intervallo sostenibile e continueranno ad esserlo in tutti gli scenari considerati, purché l’abbondanza della popolazione venga valutata a intervalli regolari e che i cambiamenti nei livelli di raccolta corrispondano ai cambiamenti nelle dinamiche della popolazione. Un livello di raccolta coerente non correlato alle dinamiche della popolazione, invece, non sarebbe sostenibile. “I nostri risultati – commenta Johnson – possono essere utili agli stakeholder, ai manager e alle parti interessate, per esplorare scenari futuri e promuovere la continua sostenibilità della popolazione di trichechi del Pacifico”.(30Science.com)

Valentina Di Paola
Classe ’94, cresciuta a pane e fantascienza, laureata in Scienze della comunicazione, amante dei libri, dei gatti, del buon cibo, dei giochi da tavola e della maggior parte di ciò che è anche solo vagamente associato all’immaginario nerd. Collaboro con 30science dal gennaio 2020 e nel settembre 2021 ho ottenuto un assegno di ricerca presso l’ufficio stampa dell’Istituto di ricerca sugli ecosistemi terrestri del Consiglio nazionale delle ricerche. Se dovessi descrivermi con un aggettivo userei la parola ‘tenace’, che risulta un po’ più elegante della testardaggine che mi caratterizza da prima che imparassi a usare la voce per dar senso ai miei pensieri. Amo scrivere e disegnare, non riesco a essere ordinata, ma mi piace pensare che la mia famiglia e il mio principe azzurro abbiano imparato ad accettarlo. La top 3 dei miei sogni nel cassetto: imparare almeno una lingua straniera (il Klingon), guardare le stelle più da vicino (dal Tardis), pilotare un velivolo (il Millennium Falcon).