Lucrezia Parpaglioni

Sviluppato modello personalizzato per lo studio della SLA

(19 Dicembre 2024)

Roma – Sviluppato un nuovo metodo di studio della sclerosi laterale amiotrofica, SLA, una malattia neurodegenerativa a rapida progressione con un tempo di sopravvivenza medio di tre anni, che consiste nel creare da cellule staminali prelevate direttamente da pazienti affetti da SLA motoneuroni, alcuni tipi di neuroni necessari per le contrazioni muscolari, che in caso di SLA muoiono, portando a una paralisi progressiva che colpisce la maggior parte dei muscoli del corpo. A farlo una squadra di ricercatori guidata da Hideyuki Okano, della Keio University, in Giappone. I risultati sono stati pubblicati oggi sulla rivista Stem Cell Reports.

La tecnica per indurre la differenziazione dei motoneuroni umani utilizzata in questo articolo mostra chiaramente l’attività elettrica neuronale.
Credito
Satoru Morimoto

Ad oggi, le cause molecolari della SLA sono poco comprese e mancano trattamenti efficaci. Poiché la tempistica è fondamentale per aiutare i singoli pazienti, il gruppo di ricerca di Okano ha ottimizzato il pla squadrametodo per ottenere motoneuroni funzionali e maturi in sole due settimane. Proprio come nei pazienti, i motoneuroni SLA coltivati ​​avevano una maggiore suscettibilità alla morte cellulare rispetto ai neuroni di persone sane, sottolineando l’utilità di questo sistema per identificare potenziali farmaci per ritardare o prevenire queste morti dei motoneuroni. Per automatizzare l’analisi di queste cellule, i ricercatori hanno collaborato con l’azienda giapponese Nikon che ha sviluppato un software specializzato per tracciare la sopravvivenza dei neuroni nelle colture nel tempo, consentendo così di utilizzare questo test come uno screening ad alto rendimento per identificare potenziali farmaci. In particolare, gli scienziati hanno applicato questo nuovo metodo per studiare le risposte ai farmaci dei pazienti con SLA sporadica, e hanno dimostrato una correlazione tra il modello iPSC e i fenotipi dei pazienti correlati alla risposta ai farmaci. I ricercatori sperano che questo nuovo modello di SLA, sviluppato in laboratorio, aiuterà a identificare nuovi trattamenti su misura per ogni singolo paziente in un lasso di tempo sufficientemente breve per rallentare la progressione della malattia, prolungare la sopravvivenza e migliorare la qualità della vita. (30Science.com)

Lucrezia Parpaglioni
Sono nata nel 1992. Sono laureata in Media Comunicazione digitale e Giornalismo presso l'Università Sapienza di Roma. Durante il mio percorso di studi ho svolto un'attività di tirocinio presso l'ufficio stampa del Consiglio Nazionale delle Ricerche (CNR). Qui ho potuto confrontarmi con il mondo della scienza fatto di prove, scoperte e ricercatori. E devo ammettere che la cosa mi è piaciuta. D'altronde era prevedibile che chi ha da sempre come idolo Margherita Hack e Sheldon Cooper come spirito guida si appassionasse a questa realtà. Da qui la mia voglia di scrivere di scienza, di fare divulgazione e perché no? Dimostrare che la scienza può essere anche divertente.