Roma – Sviluppata nuova procedura non invasiva in grado di fornire sollievo dal dolore al ginocchio in pazienti con osteoartrite, con potenziali implicazioni che promettono di ridurre il numero di interventi chirurgici che prevedono l’impianto di protesi al ginocchio. Lo rivela uno studio guidato da Florian Nima Fleckenstein, radiologo interventista presso il Charité – University Hospital Berlin, in Germania, presentato questa settimana al convegno annuale della Radiological Society of North America, RSNA. “Questo studio affronta la patologia nota come osteoartrite, che è un problema di salute pubblica significativo, oltre ad essere la causa principale di dolore cronico e disabilità in tutto il mondo”, ha affermato Fleckenstein. “Con milioni di persone affette da osteoartrite del ginocchio, in particolare nelle popolazioni anziane, trovare trattamenti efficaci e minimamente invasivi è fondamentale”, ha continuato Fleckenstein. L’osteoartrite, una condizione cronica, degenerativa e progressiva, è la causa più comune di disturbi articolari cronici. Secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità, OMS, l’osteoartrite del ginocchio colpisce oltre 365 milioni di adulti in tutto il mondo. La maggior parte delle terapie disponibili, come i farmaci antidolorifici e le iniezioni di steroidi, mascherano solo i sintomi dell’osteoartrite, ma non rallentano la progressione della malattia. Man mano che l’osteoartrite peggiora e i trattamenti conservativi diventano inefficaci, molte persone si rivolgono alla chirurgia di sostituzione articolare. L’embolizzazione dell’arteria genicolare, GAE, è una terapia innovativa per nulla invasiva che si rivolge a pazienti con osteoartrite sintomatica del ginocchio. Le arterie genicolari hanno diversi rami che formano una rete attorno all’articolazione del ginocchio. Questi vasi sono alterati nei pazienti affetti da osteoartrite. Nella GAE, un radiologo interventista inietta piccole particelle in rami selezionati che corrispondono al sito del dolore al ginocchio, in modo da bloccare il flusso sanguigno in quell’area. L’embolizzazione dei vasi sanguigni anomali aiuta a interrompere il ciclo di infiammazione, la distruzione della cartilagine e la crescita dei nervi sensoriali che caratterizza l’osteoartrite. Per lo studio Fleckenstein e colleghi hanno condotto un’analisi retrospettiva di 403 casi di pazienti, di età compresa tra 40 e 90 anni, con osteoartrite del ginocchio che variava da moderata a grave, che non rispondevano ai trattamenti tradizionali. Tutti i pazienti sono stati sottoposti a GAE presso il Charité – University Hospital Berlin. Lo studio è stato progettato per valutare sia la sicurezza che l’efficacia della GAE in un ampio spettro di gravità dell’osteoartrite. L’efficacia della procedura è stata misurata utilizzando la Visual Analog Scale e il Knee Injury and Osteoarthritis Outcome Score. I punteggi standardizzati, che misurano il dolore e la qualità della vita, sono stati registrati all’inizio e durante le visite di follow-up a sei settimane, tre mesi, sei mesi e un anno dopo la procedura. Il successo tecnico è stato raggiunto nel 100% delle procedure. Una leggera e temporanea decolorazione della pelle e un lieve dolore al ginocchio subito dopo la procedura sono stati notati nel 18% di tutti i casi. Non sono state segnalate gravi complicazioni. L’indice di qualità della vita e il punteggio del dolore sono migliorati rispettivamente dell’87% e del 71% al follow-up di un anno. I risultati dimostrano che la GAE è un’opzione terapeutica sicura ed efficace per tutti i gradi di gravità dell’osteoartrite del ginocchio, compresi i casi avanzati in cui altri trattamenti hanno un’efficacia molto limitata. “Il nostro studio ha scoperto che la GAE può ridurre efficacemente il dolore al ginocchio e migliorare la qualità della vita subito dopo il trattamento, con benefici a lungo termine, soprattutto per le persone che non hanno avuto successo con altri trattamenti, come la fisioterapia o i farmaci antidolorifici”, ha dichiarato. Fleckenstein. “Questo potrebbe potenzialmente offrire una nuova prospettiva di vita per molti pazienti che soffrono di dolore debilitante e problemi di mobilità, causati dall’osteoartrite”, ha evidenziato Fleckenstein. Tuttavia, lo studio ha anche dimostrato che la GAE è particolarmente efficace nelle fasi iniziali dell’osteoartrite del ginocchio; il che indica che un intervento precoce potrebbe potenzialmente ritardare o persino prevenire la progressione della malattia, riducendo la necessità di trattamenti più invasivi, come la chirurgia. I ricercatori sperano che, dimostrando il successo della procedura su una popolazione di pazienti ampia e diversificata, lo studio possa influenzare la pratica medica e le politiche, incoraggiando una più ampia adozione della GAE in contesti clinici in tutto il mondo. “GAE ha il potenziale per ridurre la necessità di interventi chirurgici più invasivi, abbassare i costi dell’assistenza sanitaria e migliorare significativamente la qualità della vita di innumerevoli individui che soffrono di osteoartrite del ginocchio”, ha affermato Fleckenstein. Lui e il suo gruppo di ricerca intendono continuare la ricerca sulle patologie degenerative delle articolazioni per offrire ai pazienti nuove opzioni nel campo della radiologia interventistica. (30Science.com)

Lucrezia Parpaglioni
Sviluppata procedura non invasiva per l’artrite del ginocchio
(3 Dicembre 2024)

Lucrezia Parpaglioni
Sono nata nel 1992. Sono laureata in Media Comunicazione digitale e Giornalismo presso l'Università Sapienza di Roma. Durante il mio percorso di studi ho svolto un'attività di tirocinio presso l'ufficio stampa del Consiglio Nazionale delle Ricerche (CNR). Qui ho potuto confrontarmi con il mondo della scienza fatto di prove, scoperte e ricercatori. E devo ammettere che la cosa mi è piaciuta. D'altronde era prevedibile che chi ha da sempre come idolo Margherita Hack e Sheldon Cooper come spirito guida si appassionasse a questa realtà. Da qui la mia voglia di scrivere di scienza, di fare divulgazione e perché no? Dimostrare che la scienza può essere anche divertente.