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Ricordiamo e apprendiamo perchè il cervello produce sempre nuovi neuroni

(6 Dicembre 2024)

Roma – Per una sorta di “sopravvivenza” dei ricordi e di quanto appreso nella giornata, come anche per consolidare l’apprendimento verbale il cervello, in età adulta, continuerebbe a produrre nuove cellule. una strategia che consentirebbe alla nostra specie di potere conversare e memorizzare i contenuti di quanto sentito. Sono i risultati di studi sperimentali condotti da scienziati della USC Stem Cell e dell’USC Neurorestoration Center presso la Keck School of Medicine della US sul tessuto cerebrale di pazienti con forme farmaco-resistenti di epilessia del lobo temporale mesiale (MTLE) che induce crisi convulsive e accelerazione del declino cognitivo. accelerato potrebbe indicare nuovi approcci per ripristinare la funzione cognitiva. “I pazienti con epilessia sono un campione di popolazione ideale per indagare i motivi per cui il cervello genera di nuovi neuroni, ed una delle ragioni sembra poter imparare dalle nostre conversazioni”, ha spiegato Michael Bonaguidi, professore associato di biologia delle cellule staminali e medicina rigenerativa, gerontologia, biochimica e medicina molecolare, ingegneria biomedica e chirurgia neurologica e vicedirettore dell’USC Neurorestoration Center e fra gli autori dello studio. “I risultati che abbiamo ottenuto sono di fondamentale importanza per pazienti che nostrano un declino cognitivo e di
apprendimento, ma soprattutto per i partecipanti con epilessia arruolati nella ricerca”, ha aggiunto il co-autore Charles Liu, professore di chirurgia neurologica, neurologia e ingegneria biomedica, direttore dell’USC Neurorestoration Center e dell’USC Epilepsy Care Consortium. Al centro degli interessi dei ricercatori vi era la migliore comprensione del processo di neurogenesi, cioè di creazione di nuove cellule cerebrali, e come questo possa influenzare diversi tipi di declino cognitivo durante la progressione della MTLE. È emerso che pazienti con questa forma di malattia sperimentano un declino cognitivo di diverse facoltà, tra cui l’apprendimento verbale e la memoria, l’intelligenza e la capacità visuospaziali, sensibilmente accelerato durante i primi 20 anni di crisi della MTLE. La neurogenesi rallenterebbe a punto da rendere le cellule cerebrali immature quasi impercettibili. Queste evidenze hanno spinti i ricercatori a intercettare possibili collegamenti tra il numero di cellule cerebrali immature e le principali aree di declino cognitivo correlato a MTLE, osservano una stretta correlazione tra il le cellule cerebrali immature, sensibilmente ridotte, l’apprendimento verbale e la memoria. Un dato in realtà disatteso perché esperimenti di laboratorio dimostrerebbero che in roditori e altri animali la neurogenesi collabora nell’apprendimento e memoria utilizzando atri strumenti, come ad esempio le abilità visuospaziali. Pertanto diventa cruciale studiare il ruolo della neurogenesi nell’apprendimento verbale e memonico nel tessuto cerebrale umano su campioni chirurgici resi ad esempio da interventi sull’ippocampo, che hanno consentito di curare le crisi epilettiche in pazienti con malattia. “Il nostro studio fornisce la prima prova cellulare di come la neurogenesi contribuisca alla cognizione umana, in questo caso all’apprendimento verbale e alla memoria”, ha concluso Bonaguidi, “aprendo la possibilità di nuove indagini per potenziare la neurogenesi e migliorare l’apprendimento verbale e la memoria, tramite ad esempio l’esercizio fisico o farmaci. Questi approcci potrebbero essere utilizzati a beneficio di pazienti con MTLE, malattia di Alzheimer e demenza, ma anche per contrastare l’invecchiamento cerebrale nella popolazione generale”.(30Science.com)

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