Lucrezia Parpaglioni

Nuova tecnica per localizzare le persone scomparse dall’alluvione di Valencia

(6 Dicembre 2024)

Roma – Sviluppato un nuovo modello idraulico per aiutare a localizzare le persone scomparse dopo episodi torrenziali come quello causato dal DANA il 29 ottobre nella provincia di Valencia. A farlo Francisco Vallés, ricercatore presso l’Istituto di ricerca per l’ingegneria idraulica e ambientale, IIAMA, dell’Università Politecnica di Valencia, UPV. Il modello consente di studiare la traiettoria seguita da un flusso d’acqua da un certo punto alla sua foce e stimare la velocità dell’acqua e l’altezza raggiunta. Da queste informazioni, si ricava la potenza idraulica del flusso che ha provocato l’alluvione, che indica la capacità di trascinamento della corrente. “Sovrapponendo lo strato informativo a quello della traiettoria attuale, è possibile tracciare la corrente fino a quando non perde abbastanza energia per depositare gli elementi trascinati”, ha detto Vallés. “Per questo, è stata stabilita una soglia di potenza idraulica del flusso sotterraneo, e si suppone che la corrente non abbia una capacità di trascinamento sufficiente”, ha continuato Vallés. Il ricercatore dell’UPV ha elaborato un modello idraulico del burrone del Poyo, dall’incrocio con l’autostrada A3 fino alla foce a La Albufera, analizzando diversi parametri e variabili registrati nel suo bacino ed estendendo lo studio anche ai bacini di Gallego, Horteta, Pozalet e Saleta. Per creare il modello, Vallés ha lavorato sulla cartografia della zona, accessibile presso l’Istituto Cartografico Valenciano; ha inoltre analizzato i dati pluviometrici pubblicati da AEMET e AVAMET, nonché i registri della stazione di misurazione della Confederazione Idrografica dello Júcar, situata a Ribarroja, subito a valle dell’incrocio del burrone del Poyo con l’autostrada A3. “Con tutti questi dati, sono stato in grado di ricostruire l’idrogramma del Poyo e analizzare quella che è nota come macchia di piena, che si riferisce a fin dove è arrivata l’acqua, e il comportamento della piena negli altri bacini, con la potenza idraulica come valore di riferimento finale”, ha spiegato Vallés. “C’è una soglia in cui la corrente rallenta e deposita tutto ciò che trasporta; il modello aiuta a determinare questo limite e quindi a identificare le aree ideali per la ricerca di persone scomparse”, ha sottolineato Vallés. Per generare questo modello, il ricercatore dell’IIAMA-UPV ha lavorato con un gran numero di celle di calcolo, precisamente 415.000, per ottenere la delimitazione geografica più precisa possibile dell’area interessata dall’inondazione. “Tuttavia, il modello è concepito come strumento di supporto”, ha affermato Vallés. “È il risultato di un lavoro di raccolta dati e di molte ore di calcolo, con dati registrati dal DANA del 29 ottobre”, ha aggiunto Vallés. “Tuttavia, potrebbe essere applicato a qualsiasi episodio simile, con un obiettivo: aiutare fin dal primo momento nella ricerca delle persone scomparse”, ha concluso il ricercatore UPV. (30Science.com)

Lucrezia Parpaglioni
Sono nata nel 1992. Sono laureata in Media Comunicazione digitale e Giornalismo presso l'Università Sapienza di Roma. Durante il mio percorso di studi ho svolto un'attività di tirocinio presso l'ufficio stampa del Consiglio Nazionale delle Ricerche (CNR). Qui ho potuto confrontarmi con il mondo della scienza fatto di prove, scoperte e ricercatori. E devo ammettere che la cosa mi è piaciuta. D'altronde era prevedibile che chi ha da sempre come idolo Margherita Hack e Sheldon Cooper come spirito guida si appassionasse a questa realtà. Da qui la mia voglia di scrivere di scienza, di fare divulgazione e perché no? Dimostrare che la scienza può essere anche divertente.