Roma – L’esposizione al piombo contenuto nella benzina del XX secolo potrebbe aver danneggiato la salute mentale statunitense, tanto che circa 151 milioni di casi negli ultimi 75 anni potrebbero essere associati a questo fattore. Questo, almeno, è quanto emerge da uno studio, pubblicato sul Journal of Child Psychology and Psychiatry, condotto dagli scienziati della Duke University e della Florida State University. Il team, guidato da Aaron Reuben, Michael McFarland e Mathew Hauer, ha considerato i dati storici sui livelli di piombo nel sangue dei bambini statunitensi per determinare il peso dell’esposizione al piombo di ogni americano in vita nel 2015. Nel 1923, spiegano gli esperti, il piombo venne aggiunto per la prima volta alla benzina allo scopo di tenere puliti i cilindri del motore, ma fu vietato nel 1996 quando fu evidente la sua tossicità per l’organismo umano. I ricercatori hanno scoperto che i nati prima del divieto sono associati a tassi più elevati di problemi di salute mentale e maggiori difficoltà a raggiungere successo e resilienza. Il piombo, in effetti, è una sostanza neurotossica, e può erodere le cellule cerebrali, alterandone le funzioni, tanto che non esiste un livello sicuro di esposizione. “Nel secolo scorso – afferma Reuben – i bambini sono stati esposti a livelli di piombo da 1000 a 10 mila volte superiori a quelli tollerati dall’organismo umano. Per un periodo, questa sostanza veniva utilizzata in vernici, tubi, saldature e carburante. I ricercatori hanno stimato l’effetto del piombo sulla salute mentale e sulla personalità delle persone nate prima e dopo il 1996. “Abbiamo riscontrato cambiamenti significativi nella salute mentale nelle generazioni americane – aggiunge Hauer – in particolare, l’esposizione al piombo ha provocato tassi più elevati di disturbi mentali diagnosticabili, come ansia e depressione, ma anche disagi più lievi che hanno compromesso la qualità della vita. L’effetto del piombo sulla salute del cervello è stato anche collegato ai cambiamenti di personalità, e nevrosi, che si manifestano a livello nazionale”. Nel 2015, più di 170 milioni di americani, oltre la metà della popolazione degli Stati Uniti, erano associati a livelli di piombo clinicamente preoccupanti. Secondo gli esperti, tale esposizione durante l’infanzia potrebbe aver provocato un calo del QI e una maggiore predisposizione a problemi di salute mentale. La generazione X, che riguarda i nati tra il 1965 e il 1980, è stata la più esposta al piombo e quella associata a una frequenza particolarmente elevata di disagi di salute mentale. “Il nostro lavoro – conclude Reuben – dimostra che le conseguenze del piombo sono evidenti sulla salute odierna del paese. Nei prossimi step, cercheremo di comprendere meglio il ruolo che questa sostanza neurotossica ha avuto nel plasmare la salute mentale dei bambini statunitensi. Sarà fondamentale individuare strategie mirate per proteggere le nuove generazioni dall’esposizione al piombo”. (30Science.com)