Lucrezia Parpaglioni

Il cuore ha il suo “cervello”

(4 Dicembre 2024)

Roma – Il cuore possiede un mini-cervello, un sistema nervoso autonomo che controlla il battito cardiaco; una migliore comprensione di questo sistema, molto più diversificato e complesso di quanto si pensasse in precedenza, potrebbe portare a nuovi trattamenti per le malattie cardiache. Lo dimostra uno studio del Karolinska Institutet e della Columbia University, pubblicato su Nature Communications. Si è a lungo pensato che il cuore fosse controllato esclusivamente dal sistema nervoso autonomo, che trasmette segnali dal cervello. La rete neurale del cuore, che è incorporata negli strati superficiali della parete cardiaca, è stata considerata una struttura semplice che trasmette i segnali dal cervello. Tuttavia, recenti ricerche suggeriscono che abbia una funzione più avanzata di questa. Gli scienziati hanno ora scoperto che il cuore ha un suo complesso sistema nervoso, fondamentale per controllarne il ritmo. “Questo ‘piccolo cervello’ ha un ruolo chiave nel mantenimento e nel controllo del battito cardiaco, simile a come il cervello regola le funzioni ritmiche come la locomozione e la respirazione”, ha detto Konstantinos Ampatzis, ricercatore principale e docente presso il Dipartimento di Neuroscienze del Karolinska Institutet, Svezia, che ha guidato lo studio. I ricercatori hanno identificato diversi tipi di neuroni nel cuore che hanno funzioni diverse, tra cui un piccolo gruppo di neuroni con proprietà pacemaker. La scoperta sfida la visione attuale su come viene controllato il battito cardiaco, il che potrebbe avere implicazioni cliniche. “Siamo rimasti sorpresi nel vedere quanto sia complesso il sistema nervoso all’interno del cuore”, ha affermato Konstantinos Ampatzis. “Una migliore comprensione di questo sistema potrebbe portare a nuove intuizioni sulle malattie cardiache e aiutare a sviluppare nuovi trattamenti per patologie come le aritmie”, ha proseguito Ampatzis. Lo studio è stato condotto su zebrafish, un modello animale che mostra forti somiglianze con la frequenza cardiaca umana e la funzione cardiaca. I ricercatori sono stati in grado di mappare la composizione, l’organizzazione e la funzione dei neuroni all’interno del cuore utilizzando una combinazione di metodi, come il sequenziamento dell’RNA a cellula singola, studi anatomici e tecniche elettrofisiologiche. “Continueremo ora a studiare come il cervello del cuore interagisce con il cervello vero e proprio per regolare le funzioni cardiache in diverse condizioni, come esercizio fisico, stress o malattia”, ha evidenziato Ampatzis. “Puntiamo a identificare nuovi obiettivi terapeutici esaminando come le interruzioni nella rete neuronale del cuore contribuiscono a diversi disturbi cardiaci”, ha aggiunto Ampatzis. (30Science.com)

Lucrezia Parpaglioni
Sono nata nel 1992. Sono laureata in Media Comunicazione digitale e Giornalismo presso l'Università Sapienza di Roma. Durante il mio percorso di studi ho svolto un'attività di tirocinio presso l'ufficio stampa del Consiglio Nazionale delle Ricerche (CNR). Qui ho potuto confrontarmi con il mondo della scienza fatto di prove, scoperte e ricercatori. E devo ammettere che la cosa mi è piaciuta. D'altronde era prevedibile che chi ha da sempre come idolo Margherita Hack e Sheldon Cooper come spirito guida si appassionasse a questa realtà. Da qui la mia voglia di scrivere di scienza, di fare divulgazione e perché no? Dimostrare che la scienza può essere anche divertente.