Lucrezia Parpaglioni

Giubbotto protegge gli astronauti dalle radiazioni spaziali

(17 Dicembre 2024)

Roma – Un innovativo giubbotto, chiamato AstroRad, promette di proteggere gli astronauti dalle radiazioni spaziali. La tecnologia indossabile, descritta nell’ultimo numero di Upward, rivista ufficiale del National Laboratory della Stazione Spaziale Internazionale, ISSInternational Space Station, frutto della collaborazione tra le imprese, StemRad e Lockheed Martin, mira a proteggere gli astronauti alle radiazioni solari dannose nello spazio profondo. Il gilet è stato sottoposto a test approfonditi tramite l’ISS National Lab, che hanno portato a miglioramenti significativi nel suo design e nella sua funzionalità. Kayla Barron, astronauta della NASANational Aeronautics and Space Administration, che ha valutato il giubbotto sulla stazione spaziale, lo descrive in Upward come “come una coperta gravitazionale nello spazio”, sottolineando l’equilibrio che mira a creare tra protezione e mobilità. “È importante sviluppare soluzioni indossabili e personalizzate per gli astronauti”, ha detto Barron. “Il nuovo giubbotto è una soluzione elegante a un problema ingegneristico impegnativo”, ha aggiunto Barron.

La NASA
Restrizioni all’utilizzo
Nessuna restrizione.

Il giubbotto AstroRad impiega polimeri ad alta densità per schermare selettivamente gli organi vitali più vulnerabili all’esposizione alle radiazioni, affrontando i rischi di cancro e malattie da radiazioni. Le intuizioni dell’indagine sponsorizzata dall’ISS National Lab hanno consentito a StemRad e ai partner di migliorare l’ergonomia e la funzionalità del giubbotto, promuovendo gli sforzi verso un’esplorazione più sicura dello spazio profondo. Oren Milstein, CEO di StemRad, ha sottolineato l’importanza di sfruttare la microgravità. La condizione di assenza di gravità percepita creata quando un oggetto è in caduta libera, ad esempio quando un oggetto è in movimento orbitale. La microgravità altera molti fenomeni osservabili nelle scienze fisiche e biologiche, consentendo agli scienziati di studiare le cose in modi non possibili sulla Terra. La Stazione Spaziale Internazionale fornisce l’accesso a un ambiente di microgravità duraturo. “Ci ha permesso di testare il giubbotto in un ambiente spaziale reale e ha gettato le basi per altre collaborazioni e test, in cui potremmo portare il concetto ancora più avanti”, ha commentato Milstein. Lo sviluppo del giubbotto ha richiesto un’ampia collaborazione, con l’ingegnere Kat Coderre, viceresponsabile dei programmi avanzati di esplorazione dello spazio profondo presso Lockheed Martin, che ha definito il processo come una “saga del giubbotto”. Utilizzando l’ISS National Lab, la squadra di ricerca ha ottenuto un feedback inestimabile per perfezionare il design per un uso prolungato durante gli eventi di particelle solari. Il giubbotto è stato testato anche durante la missione Artemis I, rafforzando il suo ruolo nel progresso dell’esplorazione spaziale umana. AstroRad rappresenta un progresso fondamentale nella sicurezza degli astronauti, aprendo la strada a un’esplorazione spaziale più profonda. (30Science.com)

Lucrezia Parpaglioni
Sono nata nel 1992. Sono laureata in Media Comunicazione digitale e Giornalismo presso l'Università Sapienza di Roma. Durante il mio percorso di studi ho svolto un'attività di tirocinio presso l'ufficio stampa del Consiglio Nazionale delle Ricerche (CNR). Qui ho potuto confrontarmi con il mondo della scienza fatto di prove, scoperte e ricercatori. E devo ammettere che la cosa mi è piaciuta. D'altronde era prevedibile che chi ha da sempre come idolo Margherita Hack e Sheldon Cooper come spirito guida si appassionasse a questa realtà. Da qui la mia voglia di scrivere di scienza, di fare divulgazione e perché no? Dimostrare che la scienza può essere anche divertente.