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Un’antica specie unicellulare dice che l’uovo è nato prima della gallina

(7 Novembre 2024)

Roma – Chromosphaera perkinsii, una specie unicellulare scoperta nel 2017 nei sedimenti marini intorno alle Hawaii, i cui primi segni della sua presenza sulla Terra sono stati datati a oltre un miliardo di anni fa, ben prima della comparsa dei primi animali, sembra rispondere una domanda da sempre irrisolta, provando che è nato prima l’uovo e poi la gallina. Lo rivela uno studio guidato da una squadra di ricerca dell’Università di Ginevra, UNIGE, riportato sulla rivista Nature. Il gruppo di scienziati ha osservato che questa specie forma strutture multicellulari che presentano sorprendenti somiglianze con gli embrioni animali. Queste osservazioni suggeriscono che i programmi genetici responsabili dello sviluppo embrionale erano già presenti prima dell’emergere della vita animale, o che C. perkinsii si è evoluta indipendentemente per sviluppare processi simili. La natura avrebbe quindi posseduto gli strumenti genetici per “creare uova” molto prima di “inventare le galline”. Le prime forme di vita ad apparire sulla Terra erano organismi unicellulari, cioè, composte da una singola cellula, come il lievito o i batteri. Successivamente, gli animali, organismi multicellulari, si sono evoluti, sviluppandosi da una singola cellula, la cellula uovo, per formare esseri complessi. Questo sviluppo embrionale segue fasi precise che sono notevolmente simili tra le specie animali e potrebbero risalire a un periodo ben precedente alla comparsa degli animali. Tuttavia, la transizione da specie unicellulari a organismi multicellulari è ancora molto poco compresa. Omaya Dudin, nominato di recente professore associato presso il Dipartimento di Biochimica della Facoltà di Scienze dell’UNIGE e precedentemente ricercatore SNSF Ambizione presso l’EPFL e il suo gruppo di ricerca si sono concentrati su Chromosphaera perkinsii, o C. perkinsii, una specie ancestrale di protista. Questo organismo unicellulare si è separato dalla linea evolutiva animale più di un miliardo di anni fa, offrendo preziose informazioni sui meccanismi che potrebbero aver portato alla transizione alla multicellularità. Osservando C. perkinsii, gli scienziati hanno scoperto che queste cellule, una volta raggiunta la loro dimensione massima, si dividono senza crescere ulteriormente, formando colonie multicellulari che ricordano le prime fasi dello sviluppo embrionale animale. Senza precedenti, queste colonie persistono per circa un terzo del loro ciclo di vita e comprendono almeno due tipi di cellule distinti, un fenomeno sorprendente per questo tipo di organismo. “Sebbene la C. perkinsii sia una specie unicellulare, questo comportamento dimostra che i processi di coordinamento e differenziazione multicellulare erano già presenti nella specie, ben prima che i primi animali comparissero sulla Terra”, ha detto Dudin, che ha guidato la ricerca. “Ancora più singolarmente, il modo in cui queste cellule si dividono e la struttura tridimensionale che adottano ricordano in modo analogo le prime fasi dello sviluppo embrionale negli animali”, ha continuato Dudin. “In collaborazione con John Burns, Bigelow Laboratory for Ocean Sciences, l’analisi dell’attività genetica all’interno di queste colonie ha rivelato intriganti somiglianze con quella osservata negli embrioni animali, suggerendo che i programmi genetici che governano lo sviluppo multicellulare complesso erano già presenti oltre un miliardo di anni fa”, ha osservato Dudin. “È affascinante, che una specie scoperta molto di recente ci consenta di tornare indietro nel tempo di più di un miliardo di anni”, ha affermato Marine Olivetta, tecnico di laboratorio presso il Dipartimento di Biochimica della Facoltà di Scienze dell’UNIGE e prima autrice dello studio. “Infatti, lo studio dimostra che o il principio dello sviluppo embrionale esisteva prima degli animali, oppure i meccanismi di sviluppo multicellulare si sono evoluti separatamente in C. perkinsii”, ha aggiunto Olivetta. “Questa scoperta potrebbe anche gettare nuova luce su un dibattito scientifico di lunga data riguardante fossili risalenti a 600 milioni di anni fa che assomigliano a embrioni, e potrebbe mettere in discussione alcune concezioni tradizionali della multicellularità”, ha concluso Olivetta. (30Science.com)

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