Roma – I farmaci chemioterapici tendono ad essere meno efficaci quando le cellule tumorali sviluppano strategie specifiche per resistere all’ambiente povero di glucosio indotto dalla terapia. A rivelarlo uno studio, pubblicato sulla rivista Nature Metabolism, condotto dagli scienziati della New York University Langone Health. Il team, guidato da Minwoo Nam e Richard Possemato, ha esaminato le cellule tumorali per capire in che modo queste possano eludere i farmaci progettati per affamarle e ucciderle. La chemioterapia, spiegano gli esperti, non è sempre efficace nel lungo periodo, perché le cellule tumorali riprogrammano il proprio metabolismo per superare gli effetti dei farmaci chiamati antimetabolici, che interrompono i processi cellulari. Ad esempio, continuano gli studiosi, raltitrexed, N-(fosfonacetil)-l-aspartato (PALA) e brequinar agiscono impedendo alle cellule tumorali di produrre pirimidine, molecole essenziali per produrre energia. Interrompere la sintesi di queste molecole rappresenta un approccio efficace ma poco longevo per far deperire le cellule cancerose e portarle alla morte. Il team ha scoperto che le cellule tumorali possono sopravvivere in un ambiente reso ostile dalla carenza di glucosio, lo zucchero nel sangue. Gli autori hanno eseguito una scansione di 3000 geni delle cellule tumorali noti per essere coinvolti nel metabolismo. Proseguendo tramite delezione, il silenziamento dei singoli geni, gli scienziati hanno cercato di determinare quelli necessari alla sopravvivenza delle cellule a seguito della chemioterapia. La maggior parte dei geni individuati era essenziale sia per favorire la resistenza agli ambienti poveri di glucosio che nella sintesi delle pirimidine. Stando a quanto emerge dall’indagine, l’ambiente povero di glucosio blocca il consumo delle riserve di nucleotidi uridinici, rendendo le chemioterapie meno efficaci. Normalmente, queste sostanze vengono prodotte per contribuire alla formazione di codici genetici, ma con la carenza di glucosio indotta dalla chemioterapia, la costruzione del DNA e dell’RNA viene bloccata. Ciò implica che le cellule tumorali devono esaurire i mattoni pirimidinici, inclusi i nucleotidi uridinici, prima di autodistruggersi. Questa migliore comprensione, sostengono gli studiosi, potrebbe guidare la definizione di nuove strategie antitumorali. “Il nostro lavoro – afferma Nam – contribuisce a spiegare come le cellule tumorali riescano a compensare l’impatto dei microabienti tumorali a basso contenuto di glucosio, riducendo l’efficacia della chemioterapia”. “Speriamo che questa conoscenza – conclude Possemato – possa rappresentare la base per lo sviluppo di approcci terapici combinati e più efficaci. Nei prossimi step, cercheremo di indagare su come il blocco di altri percorsi delle cellule tumorali potrebbe innescare la morte cellulare”.(30Science.com)
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Tumori: scoperti i meccanismi per cui le cellule cancerose resistono alla chemio
(26 Novembre 2024)
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