Gianmarco Pondrano d'Altavilla

La protezione dei ghiacciai dell’Antartide passa dal diritto internazionale

(18 Novembre 2024)

Roma – Alcuni dei più importanti progetti di conservazione dei ghiacci dell’Antartide rischiano di rimanere senza effetto se non vengono risolte antiche e spinose questioni politiche relative alla sovranità sul continente. E’ quanto sostiene un team di studiosi guidati dalla Kobe University in un nuovo studio pubblicato su International Affairs. Gli autori hanno preso spunto dalla proposta volta a installare una cortina sotterranea lunga 80 chilometri e alta 100 metri per impedire all’acqua calda sotterranea di raggiungere i ghiacciai antartici, formulata da ricercatori finlandesi, per sottolineare la necessità di affrontare problematiche questioni di diritto internazionale relative all’Antartide prima di poter mettere in campo progetti di tutela di questa portata. Akiho Shibata e uno studioso ospite del Peace Research Institute di Francoforte, Patrick Flamm hanno messo insieme un’analisi attenta delle ripercussioni politiche del superprogetto globale. Shibata afferma: “Riteniamo che fosse importante pubblicare un articolo entro un anno dalla proposta originale, prima che il dibattito sociale prendesse vita propria”. Per gli studiosi tre temi legali vengono in campo in questo frangente: autorità, sovranità e sicurezza. Per quel che riguarda l’autorità, la questione è chi abbia la legittimazione per decidere sulla realizzazione di simili progetti e quali ripercussioni una idea del genere avrebbe sull’equilibrio di potere nell’organismo che governa l’accesso all’Antartide. Le preoccupazioni sulla sovranità sono incentrate sulle implicazioni per le rivendicazioni territoriali esistenti e dormienti. E le domande sulla sicurezza considerano come salvaguardare praticamente una struttura che sarebbe certamente vista come un’infrastruttura critica planetaria. Shibata riassume, dicendo: “Questo documento fa luce sulle ‘ombre’ politiche e legali nascoste dietro l’entusiasmante superficie della scienza e della tecnologia. Tuttavia, crediamo che sia necessario che i membri della società prendano decisioni sullo sviluppo di queste tecnologie sulla base di una comprensione approfondita di tali aspetti negativi”. Mentre i ricercatori scrivono che “Nel clima attuale, con la crescente rivalità internazionale e la competizione strategica tra grandi potenze, sarebbe un risultato diplomatico estremamente improbabile garantire il livello di cooperazione internazionale richiesto per le infrastrutture di geoingegneria glaciale proposte”, indicano anche una via d’uscita guardando indietro. Nei primi anni ’80, un conflitto latente sulle linee guida per l’estrazione mineraria dall’Antartide fu risolto dal “Protocollo sulla protezione ambientale del Trattato Antartico” del 1991, che proibì proattivamente l’attività mineraria in Antartide a tempo indeterminato. Questa soluzione creò un precedente per le parti del trattato per cercare soluzioni che evitassero discordie internazionali sull’Antartide.(30Science.com)

Gianmarco Pondrano d'Altavilla