Gianmarco Pondrano d'Altavilla

Climate change, buona parte della vita marina rischia l’estinzione

(14 Novembre 2024)

Roma– Una considerevole parte delle forme di vita presenti nei nostri mari rischia l’estinzione a seguito del riscaldamento globale. E’ quanto emerge da uno studio guidato dall’Università di Bristol e pubblicato su Nature. La ricerca ha analizzato per la prima volta la risposta di minuscoli organismi oceanici chiamati plancton ad una ondata di riscaldamento globale avvenuta in passato, per comprendere come questi organismi reagiranno al riscaldamento ora in atto. I risultati hanno rivelato che il plancton non è in grado di tenere il passo con l’attuale velocità di aumento delle temperature, mettendo in pericolo vaste fasce della vita marina, compresi i pesci che dipendono da questi organismi per il cibo.

L’immagine mostra un modello 3D ingrandito di un esemplare di plancton marino.
Credito
Daniela Schmidt, Università di Bristol

L’autore principale, il dott. Rui Ying , che ha guidato il progetto nell’ambito del suo dottorato di ricerca in ecologia marina presso l’Università di Bristol, ha affermato: “I risultati sono allarmanti poiché, anche con le proiezioni climatiche più conservative di un aumento di 2°C, è chiaro che il plancton non riesce ad adattarsi abbastanza rapidamente per adeguarsi al tasso di riscaldamento molto più rapido che stiamo sperimentando ora e che sembra destinato a continuare. Il plancton è la linfa vitale degli oceani, supporta la rete alimentare marina e lo stoccaggio del carbonio. Se la sua esistenza fosse messa a rischio, rappresenterebbe una minaccia senza precedenti, sconvolgendo l’intero ecosistema marino con conseguenze devastanti e di vasta portata per la vita marina e anche per le scorte alimentari umane”. Per giungere a questa conclusione, i ricercatori hanno sviluppato un nuovo modello che ha consentito di analizzare il comportamento del plancton circa 21.000 anni fa durante l’ultima era glaciale, insieme a come potrebbe comportarsi in base alle future proiezioni climatiche. Concentrandosi su uno specifico gruppo di plancton che è esistito nel corso dei secoli, il lavoro di modellazione offre intuizioni e livelli di accuratezza senza precedenti. Il dott. Ying ha affermato: “Il passato è spesso considerato la chiave per comprendere come potrebbe apparire il mondo in futuro. I registri geologici hanno mostrato che in precedenza il plancton si era trasferito lontano dagli oceani più caldi per sopravvivere. Ma utilizzando lo stesso modello di ecologia e clima, le proiezioni hanno mostrato che il tasso attuale e futuro di riscaldamento era troppo elevato perché ciò fosse possibile di nuovo, potenzialmente annientando i preziosi organismi”. (30Science.com)

Gianmarco Pondrano d'Altavilla