Gianmarco Pondrano d'Altavilla

Individuate 7 strategie per gestire l’acqua del mondo responsabilmente

(29 Novembre 2024)

Roma –  Sette linee strategiche per assicurare una gestione responsabile, sostenibile ed equa dell’acqua a livello globale: è quanto individuato da un team di ricercatori internazionali guidati dall’Università di Birmingham, che ha pubblicato i propri risultati su Nature Water. Gli autori chiariscono che l’acqua può essere un catalizzatore di pace e sicurezza, svolgendo un ruolo fondamentale nella prevenzione dei conflitti e nella promozione della cooperazione tra comunità e nazioni, ma solo se gestita in modo equo e sostenibile. Nelle loro intenzioni, il piano di azione in sette punti consentirà di gestire efficacemente le sfide idriche in modo che non creino ulteriori conflitti a livello globale. Le sette linee guida sono le seguenti: 1) Collaborare a livello locale sulle sfide globali dell’acqua per aiutare a ridurre i conflitti, rafforzare le società civili e costruire resilienza. Una governance idrica inadeguata può portare a una competizione ingiusta e gravi impatti sulle comunità vulnerabili; 2) Coinvolgere le comunità nello sviluppo della governance idrica può prevenire i conflitti nei periodi di scarsità: valutazioni congiunte dei rischi, una migliore comunicazione pubblica e la citizen science contribuiscono a promuovere la trasparenza e a creare fiducia; 3) Integrare la conoscenza degli esperti locali con l’infrastruttura tecnica più avanzata per migliorare la resilienza della comunità. L’utilizzo di pratiche tradizionali di gestione idrica in Nepal e Perù ha contribuito ad affrontare le sfide idriche locali; 4) Bisogna tenere conto delle disuguaglianze esistenti quando si sviluppano politiche nazionali e locali per aiutare a prevenire i conflitti e creare fiducia, seguendo l’esempio di iniziative di cooperazione idrica di successo, come il progetto EcoPeace in Medio Oriente, candidato al Premio Nobel per la Pace 2024; 5) Garantire l’accesso all’acqua sicura per donne e ragazze, che spesso hanno la responsabilità della raccolta dell’acqua. Integrare sicurezza, equità di genere e accesso nelle politiche di governance dell’acqua è fondamentale per proteggere e dare potere alle cittadine; 6) Prevedere meglio i cambiamenti legati all’acqua e migliorare la preparazione locale per affrontare le crescenti sfide idriche, integrando i più recenti dati di telerilevamento con analisi locali e investendo in infrastrutture adattive; 7) Prevenire i conflitti attraverso trattati internazionali e la gestione intergovernativa dei bacini fluviali transfrontalieri, come ad esempio avvenuto con il trattato sulle acque dell’Indo tra Pakistan e India e la governance congiunta del lago Titicaca tra Perù e Bolivia. L’autore principale del paper pubblicato su Nature Water, il professor Stefan Krause, dell’Università di Birmingham e co-presidente della rete UniTwin dell’UNESCO sulle interfacce ecoidrologiche, ha commentato: “L’acqua può essere un potente strumento per la pace se gestita in modo sostenibile ed equo, ma c’è un crescente conflitto per l’acqua come risorsa insostituibile per gli esseri umani e per i corpi idrici come ecosistemi di grande valore con una ricca biodiversità. Il nostro studio fornisce un modello per l’uso dell’acqua per promuovere la cooperazione e prevenire i conflitti, assicurando un futuro più giusto e resiliente per tutti. La co-creazione di visioni condivise per soluzioni idriche garantisce equità e accettazione delle decisioni di gestione”. (30Science.com)

Gianmarco Pondrano d'Altavilla