Roma – Il numero, il tipo e la varietà dei microbi presenti nella saliva delle donne incinte dipendono dal livello di stress, ansia, depressione e disturbo da stress post-traumatico. Lo rivela uno studio, pubblicato sul British Medical Journal Mental Health, condotto dagli scienziati della Michigan State University. Il team, guidato da Joseph S Lonstein, ha valutato le 224 donne in gravidanza iscritte al Michigan Prenatal Stress Study. I ricercatori hanno esaminato la salute mentale delle partecipanti e la correlazione con i microbi presenti nel cavo orale, analizzati grazie ai campioni di saliva forniti. Sebbene lavori precedenti abbiano dimostrato il collegamento tra la varietà del microbioma del tratto gastrointestinale e lo stress, l’ansia e la depressione nelle donne in dolce attesa e in puerperio, il microbioma orale non era stato finora considerato. Stando a quanto emerge dall’indagine, i batteri presenti nei campioni cambiavano notevolmente a seconda delle condizioni di salute mentale segnalate. In particolare, gravi sintomi di ansia e depressione erano associati a un’elevata diversità alfa, che comprendeva molti tipi di specie microbiche presenti a livelli relativamente uniformi, per cui era difficile che ci fosse la predominanza di una specie. In caso di PTSD, la diversità era di tipo beta, quindi le specie differivano notevolmente. Le donne che avevano sperimentato stress nei giorni precedenti erano associate a una maggiore abbondanza di specie nel phylum Proteobacteria, mentre il phylum Spirochaetes era più presente in caso di depressione. Le specie Dialister e Firmicutes si manifestavano tra le partecipanti con ansia e depressione, mentre il genere Eikenella era più probabile tra chi mostrava PTSD e ansia. Gli autori hanno poi considerato 22 fattori potenzialmente influenti, come abitudini alimentari e comportamentali. Questo approccio ha dimostrato che il fumo di sigaretta potrebbe spiegare il 7,2 per cento della varianza osservata, i problemi dentali, la violenza del partner e la gravidanza indesiderata rispettivamente il 3,1, il 4,1 e il 2,0 per cento della varianza. “Il nostro lavoro – concludono gli scienziati – dimostra che numerosi aspetti del microbioma orale in gravidanza sono associati allo stress della vita e alla salute mentale delle donne. È importante notare che queste associazioni differiscono dagli studi sul microbioma intestinale e dagli studi su persone non incinte. Il microbioma orale potrebbe rappresentare un potenziale bersaglio per interventi volti a migliorare il benessere mentale durante la gestazione. Potremmo quindi pensare di promuovere cambiamenti nell’alimentazione e trattamenti probiotici mirati per le donne in dolce attesa”. (30Science.com)
Valentina Di Paola
Il microbioma orale delle donne incinte cambia a seconda del livello di stress
(20 Novembre 2024)
Valentina Di Paola
Classe ’94, cresciuta a pane e fantascienza, laureata in Scienze della comunicazione, amante dei libri, dei gatti, del buon cibo, dei giochi da tavola e della maggior parte di ciò che è anche solo vagamente associato all’immaginario nerd. Collaboro con 30science dal gennaio 2020 e nel settembre 2021 ho ottenuto un assegno di ricerca presso l’ufficio stampa dell’Istituto di ricerca sugli ecosistemi terrestri del Consiglio nazionale delle ricerche. Se dovessi descrivermi con un aggettivo userei la parola ‘tenace’, che risulta un po’ più elegante della testardaggine che mi caratterizza da prima che imparassi a usare la voce per dar senso ai miei pensieri. Amo scrivere e disegnare, non riesco a essere ordinata, ma mi piace pensare che la mia famiglia e il mio principe azzurro abbiano imparato ad accettarlo. La top 3 dei miei sogni nel cassetto: imparare almeno una lingua straniera (il Klingon), guardare le stelle più da vicino (dal Tardis), pilotare un velivolo (il Millennium Falcon).